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Il Ministero della Salute: Una Condanna che Segna La Storia!

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Il Ministero della Salute: Una Condanna che Segna La Storia!

Il Ministero della Salute Condannato per Trasfusioni Infette

Una sentenza significativa proveniente dal Tribunale di Foggia ha stabilito la responsabilità del Ministero della Salute in merito a un contagio di epatite B risalente a 42 anni fa. La vittima, all’epoca quattordicenne, si è infettata dopo aver ricevuto trasfusioni di sangue infetto presso l’ospedale San Giuseppe situato a Marino, nel territorio dei Castelli Romani. Questo drammatico episodio, avvenuto nel 1981, ha trovato finalmente giustizia il 18 settembre scorso.

Il Percorso Legale e la Rivelazione del Contagio

Il processo ha rivelato che la giovane paziente, nella sua adolescenza, aveva necessitato di diverse trasfusioni a causa di un grave episodio di anemia emorragica. Solo nel marzo del 2018, 33 anni dopo aver ricevuto le trasfusioni, è emerso un problema di salute. Durante un controllo di routine, gli esami hanno mostrato alterazioni preoccupanti delle transaminasi epatiche. I medici, insospettiti, hanno quindi effettuato ulteriori indagini che hanno portato a una diagnosi finale di epatite B in fase avanzata.

A differenza di quanto avviene per l’epatite C, l’epatite B non può essere completamente eradicata. La paziente, ricordando le trasfusioni ricevute durante la sua gioventù, ha così deciso di avviare una indagine legale. Il suo legale, l’avvocato Renato Mattarelli, ha richiesto l’accesso alla propria cartella clinica e ha intrapreso una causa per ottenere il risarcimento dei danni e l’indennizzo speciale previsto per i casi di contagio dovuti a trasfusioni di sangue.

Esito della Sentenza e Implicazioni Future

“Dopo una serie di rifiuti da parte dell’Asl e del Ministero della Salute, e grazie a una battaglia legale iniziata nel 2020, il Tribunale di Foggia ha riconosciuto il diritto all’indennizzo a vita di 1.700 euro ogni due mesi, oltre a circa 40mila euro di arretrati”, ha commentato l’avvocato Mattarelli. “Questa sentenza rappresenta solo il primo passo per ottenere un risarcimento completo per la mia assistita, poiché i danni subiti vanno ben oltre l’indennizzo mensile”. La donna, consapevole del contagio di epatite B, ha sviluppato una grave depressione reattiva che le impedisce di lavorare e vivere serenamente, costringendola a controlli medici costanti per monitorare il suo stato di salute.

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Incendio al commissariato di Albano, 15 auto della polizia distrutte con probabile pista anarchica

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Incendio al commissariato di Albano, 15 auto della polizia distrutte con probabile pista anarchica

Un incendio doloso ha devastato quindici automobili della polizia di Stato ad Albano Laziale all’alba di oggi, lunedì 24 febbraio. All’interno del parcheggio del commissariato si trovavano dieci auto di servizio e cinque vetture private degli agenti. Due poliziotti, uno della stradale e uno del commissariato, hanno riportato intossicazioni da fumo e sono attualmente in ospedale per accertamenti.

Indagini in corso

Le indagini, affidate alla Digos della questura di Roma, indicano un’origine dolosa dell’incendio, con la pista anarco-insurrezionalista considerata la più promettente. Telecamere di sicurezza hanno ripreso una persona incappucciata che, dopo aver scavalcato il muro di cinta, ha appiccato il fuoco. Secondo quanto riferito dal segretario del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese, “è abbastanza evidente che dietro questo gesto ci siano esponenti dell’area anarco-insurrezionalista”.

Rischi per la sicurezza

Questo episodio si verifica a pochi giorni da un altro incendio simile, avvenuto presso il comando della Compagnia dei Carabinieri di Castel Gandolfo, che aveva già visto in pericolo la sicurezza delle forze dell’ordine. Anche in quell’occasione, una persona incappucciata era stata ripresa mentre tentava di appiccare un incendio.

Reazione delle autorità locali

Il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, ha espresso “solidarietà e vicinanza agli agenti del commissariato locale” e ha confermato che “gli uffici comunali si sono attivati per quanto di nostra competenza”. A causa dell’incendio, la circolazione veicolare su via Appia e Borgo Garibaldi è stata temporaneamente chiusa, ma il traffico è stato successivamente riaperto in entrambi i sensi di marcia.

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Due turisti bloccati mentre un altro riesce a fare il bagno nella fontana di Trevi

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Due turisti bloccati mentre un altro riesce a fare il bagno nella fontana di Trevi

Il 23 febbraio, una notte di controlli intensificati, la Polizia Locale di Roma ha bloccato un gruppo di turisti intenti a entrare nella fontana di Trevi. Tra i tre uomini coinvolti, un turista neozelandese residente a Londra è riuscito parzialmente a bagnarsi, ma è stato immediatamente multato di 500 euro e allontanato secondo quanto stabilito dal Regolamento di Polizia Urbana.

Non sono noti i motivi per cui i turisti abbiano tentato di immergersi nel famoso monumento, ma la polizia ha intensificato le misure di vigilanza per prevenire episodi di questo tipo. Nonostante l’intervento tempestivo degli agenti, il neozelandese ha ignorato gli avvertimenti e ha danneggiato un sito che è già sotto attenta osservazione.

La frequente tentatività di ingresso nella fontana da parte di turisti non è una novità, sebbene i controlli abbiano reso tali comportamenti sempre più rari. Anche in situazioni in cui i trasgressori sfuggono al fermo immediato delle forze dell’ordine, come dimostra questo caso, le multe rimangono elevate e rappresentano un deterrente significativo.

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