Cronaca
Il Sexygate nel X Municipio: Politico Sorprende in Flagrante con l’Amante!

Un incontro inusuale nel municipio di Ostia
Una macchina parcheggiata in un’area non consentita, celata tra i cespugli nella pineta di Ostia, ha catturato l’attenzione di due agenti della polizia locale di Roma Capitale. Durante una chiamata di routine, gli agenti hanno notato un noto politico del X Municipio in compagnia di una donna, in atteggiamenti che destano curiosità. Sebbene la donna sia descritta come una collega, il suo stato di impiego rimane incerto all’interno dell’ente comunale. Questo episodio ha generato un certo imbarazzo. Nonostante l’identificazione, gli agenti non hanno emesso subito una multa per divieto di transito, lasciando aperta la questione riguardante possibili comportamenti inappropriati in pubblico, ma hanno ancora la possibilità di stendere un verbale in merito.
Il contesto dell’accaduto
Il fatto si è verificato circa dieci giorni fa, e gli agenti hanno semplicemente ammonito l’uomo, invitandolo a lasciare il luogo. Nel frattempo, la notizia ha iniziato a circolare sui social e tra i residenti, dando vita a quello che è stato soprannominato “sexygate”, fino a giungere all’attenzione dei vertici politici della capitale. Si sono diffuse voci sul presunto coinvolgimento del presidente del X Municipio, Mario Falconi, il quale ha prontamente smentito qualsiasi relazione con la donna coinvolta, definendo tali affermazioni come completamente false.
Le dichiarazioni di Falconi
«Ci sarebbero stati rapporti intimi nella pineta vicino alla mia residenza all’Infernetto, dove possiedo una villetta. Anche se da giovane frequentavo quel luogo in compagnia, ho smesso dopo aver subito un’aggressione. Queste sono solo calunnie, e ho già contattato il mio avvocato per eventuali azioni legali per diffamazione», ha dichiarato Falconi in un’intervista rilasciata a canaledieci.it.
Le ripercussioni nell’amministrazione locale
Al di là di pettegolezzi e speculazioni politiche, emerge un’altra questione riguardante una presunta segretaria non ufficiale nel X Municipio. L’associazione Labur ha avviato una richiesta di accesso agli atti per chiarire la situazione. Secondo un documento datato 21 ottobre 2022, la segretaria in questione non è inserita nell’organico ufficiale del Municipio, nonostante utilizzasse attrezzature pubbliche come computer e telefoni. Attualmente, dirigenti e responsabili cercano di chiarire le dinamiche di questo caso.
Cronaca
Arrestati per truffa legata a false paternità per ottenere permessi di soggiorno in cambio di pasti gratuiti

Un’inchiesta della procura di Roma ha rivelato un’operazione illegale capeggiata da un uomo di origine sinti, responsabile di procurare permessi di soggiorno a donne straniere attraverso dichiarazioni fittizie di paternità. Sono sette gli indagati, con tre arresti già effettuati e quattro persone sottoposte a perquisizioni domiciliari e personali.
Metodo di adescamento
Gli investigatori hanno seguito la pista delle attestazioni fornite da cittadini italiani, spesso in condizioni di difficoltà economica, che accettavano di riconoscere fittiziamente paternità a favore di bambini nati da donne in situazioni di marginalità. L’indagine ha condotto all’uomo residente nel campo nomadi dell’Arco di Travertino, il quale reclutava potenziali “padri” in cambio di piccoli compensi, come sigarette e pasti gratuiti.
Coinvolgimento dei padri naturali
Nel processo di “riconoscimenti” fittizi venivano coinvolti anche i padri naturali dei minori, che pagavano l’intermediario per ottenere i “favori” dei padri italiani. Quando un padre, che aveva deciso di collaborare con le autorità, ha manifestato il suo pentimento, è stato minacciato e ricattato. Altri ‘papa’ putativi si sono trovati nella stessa situazione, costretti a ritrattare sotto minaccia di ritorsioni da parte dei padri naturali.
Conseguenze legali
Grazie a questo sistema, i bambini nati da donne di origini extracomunitarie venivano considerati italiani, permettendo alle madri di ottenere permessi di soggiorno. In un caso specifico, era già stato pianificato un battesimo con il padre ‘putativo’, poi annullato a causa dell’emergere delle indagini.
Cronaca
La licenza ha perso di valore

Stefano Avenati, di 72 anni, gestore di un’edicola a piazza del Pigneto insieme al fratello Maurizio, ha deciso di vendere l’attività dopo 40 anni. “Sto qua da 40 anni, ma ora non ce la faccio più. Voglio vendere, andarmene in pensione”, ha dichiarato il titolare, che ha appeso un cartello “Vendesi”. Nonostante la richiesta iniziale di 40mila euro, ha ridotto il prezzo a 18mila, sperando di trovare un acquirente.
Difficoltà nel Mercato
Stefano ha raccontato che alcuni potenziali acquirenti sono stati solo una perdita di tempo. “Qualche settimana fa abbiamo toccato il colmo, quando un padre è venuto con il figlio… Mi sono cadute le braccia”. Oltre a questa situazione, il business è complicato da fattori economici e burocratici, come la recente circolare ministeriale che ha limitato le attività di distribuzione di certificati anagrafici, una fonte di reddito per i giornalai.
Situazione Generale del Settore
Nel contesto più ampio, la realtà dei giornalai è difficile, con similitudini riscontrabili anche in città diverse come Roma e Rieti. “La Tirreno Press mi impone 40 euro di sanzione per ogni giorno di ritardo nei pagamenti”, ha lamentato Stefano. La stessa società ha annunciato la sospensione della distribuzione dei giornali in 18 edicole in 15 comuni, una decisione motivata da esigenze di natura economica. “Nessuno ci dà una mano, nemmeno nel pubblico. L’impressione è che ci vogliano vedere tutti chiudere”, ha concluso Stefano, rimarcando il suo impegno nel lavoro.
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