Cronaca
In cerca del nostro amato Goroshek: Offriamo una ricompensa di 20.000 euro!
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Un viaggio d’amore che diventa un’incertezza
La storia di Karo Astapov e della sua compagna Ann ha preso una piega inaspettata durante il loro soggiorno a Roma, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Quella che doveva essere una fuga romantica nella Capitale si è trasformata in un’avventura piena di emozioni e preoccupazioni. Infatti, la coppia ha subìto un furto che ha sottratto loro un oggetto dal valore inestimabile: il loro amato pupazzo verde, affettuosamente chiamato Goroshek, divenuto un simbolo fondamentale della loro relazione. La coppia è disposta a offrire una ricompensa di ben 20.000 euro per il suo ritorno, così come riportato dal Corriere della Sera.
La scoperta del furto e i tentativi di recupero
Il giorno 1 settembre, Karo e Ann hanno fatto una scoperta agghiacciante: l’auto a noleggio era stata forzata e depredato dei suoi oggetti all’interno del quartiere Trastevere, dove stavano soggiornando. Fra i vari beni rubati, il pupazzo Goroshek era il più prezioso. Immediatamente, la coppia ha provveduto a presentare il reclamo alle forze dell’ordine. Decisi a non arrendersi, si sono poi recati all’ambasciata con l’intento di prolungare la loro permanenza nella capitale per cercare di ritrovare il loro tesoro, ma il loro tentativo non ha avuto esito positivo. Per chiedere aiuto alla comunità, Karo e Ann hanno affisso volantini con l’immagine di Goroshek ovunque nel quartiere.
“Ogni giorno speriamo in un miracolo,” ha dichiarato Karo, visibilmente emozionato. “Goroshek non è solo un pupazzo a forma di pisello, è un simbolo della nostra storia d’amore, un regalo che ho fatto alla mia ragazza più di dieci anni fa. Era il nostro compagno di viaggio, sempre al nostro fianco.”
La generosità della ricompensa e la solidarietà
A causa della loro crescente angoscia, Karo e Ann hanno deciso di mettere sul piatto una ricompensa di 20.000 euro per chiunque potesse restituire il prezioso Goroshek. “Abbiamo visitato ogni centro di raccolta rifiuti intorno a Roma, chiedendo a chiunque di mantenere gli occhi aperti e assicurando una ricompensa da 20.000 euro per il suo ritrovamento,” ha raccontato Karo. La speranza di rivedere il pupazzo verde continua a motivarli nel lungo e difficile percorso di recupero dell’amato Goroshek.
La loro storia ha colpito i cuori di molti, spingendo diverse persone sui social media a unirsi nell’impegno di aiutare la coppia a ritrovare il loro unico tesoro. Ad oggi, però, il loro amato pupazzo non è ancora stato rintracciato.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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