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Cronaca

“Incidente da 100 km/h: come 10 telecamere hanno svelato il mistero di Daniela Circelli”

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“Incidente da 100 km/h: come 10 telecamere hanno svelato il mistero di Daniela Circelli”

Una Tragedia Annunciata sulla Via Tiburtina

Una serata drammatica ha colpito la comunità di Tivoli Terme, dove Daniela Circelli, una donna di 39 anni, ha perso tragicamente la vita. Madre di due bambini e impiegata, la sua storia si è interrotta brutalmente a causa di un incidente che ha scosso l’intera zona. Le forze dell’ordine, in particolare i carabinieri della compagnia di Tivoli, sono attivamente impegnati per fare chiarezza sul sinistro, che sembra coinvolgere un’incredibile corsa tra due veicoli: una Volkswagen Golf e una BMW, che viaggiavano a oltre 100 km/h.

Indagini in Corso

Le telecamere di sorveglianza installate lungo la via Tiburtina hanno registrato momenti cruciali prima dell’incidente mortale, in particolare nei pressi del numero civico 351. Gli investigatori stanno esaminando ogni fotogramma per ricostruire la dinamica esatta di quanto accaduto e identificare il conducente della Golf, che è risultato essere il responsabile dell’investimento.

Caccia agli Automobilisti

Oltre a rintracciare il conducente della Golf, le autorità stanno cercando anche il guidatore della BMW, che, secondo i testimoni, ha sfiorato Daniela poco prima del fatale evento. Testimonianze suggeriscono che le due automobili fossero in una gara illegale, un’ipotesi che acquista peso man mano che procedono le indagini. Quello che sembra essere un gioco mortale si è concluso in modo tragico, lasciando un segno profondo nella vita dei familiari della vittima.

La Voce dei Testimoni

Le dichiarazioni dei testimoni oculari sono cruciali per la risoluzione del caso. Un uomo ha riferito di avere notato le due auto ad alta velocità, tanto da dover accostare per evitare incidenti. Al termine della sua manovra, si è trovato davanti il corpo di Daniela, disteso sull’asfalto. Un’altra testimone ha contribuito al quadro, raccontando di essersi fermata per permettere l’attraversamento della donna, e di aver visto le due vetture correre a folle velocità. I reperti raccolti, come un pezzo metallico della Volkswagen, rappresentano dettagli significativi per le indagini, che sperano di portare presto alla cattura del responsabile di questa terribile fatalità.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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