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Ingiustificabili attenuanti per la violenza bianca: una questione di giustizia sociale stále irrisolta

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Ingiustificabili attenuanti per la violenza bianca: una questione di giustizia sociale stále irrisolta

Il Caso di Willy Monteiro Duarte: Un Ritorno in Aula

Data: 17 Settembre 2024 – 11:05

Secondo le motivazioni rilasciate dalla Cassazione, le attenuanti nei confronti dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi sono insufficienti. I due sono accusati dell’omicidio di Willy Monteiro e rischiano nuovamente la condanna all’ergastolo.

Insufficienza delle Attenuanti per i Fratelli Bianchi

Le ragioni alla base delle attenuanti per Marco e Gabriele Bianchi risultano carenti, come chiarito dai giudici della Corte di Cassazione. Nella loro sentenza, hanno sottolineato che non ci sono basi sufficienti per escludere la pena dell’ergastolo. In precedenza, lo scorso aprile, la Cassazione aveva richiesto un nuovo appello, focalizzandosi sulla questione delle attenuanti generiche per i fratelli in questione, implicati nell’omicidio di Colleferro.

Le Condanne in Primi Gradi e gli Altri Attori del Caso

Oltre ai fratelli Bianchi, sono stati coinvolti nel processo anche Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, anch’essi accusati di omicidio volontario. In primo grado, Marco e Gabriele Bianchi avevano ricevuto la condanna all’ergastolo, che, in fase di appello, era stata ridotta a ventiquattro anni di reclusione. Al contrario, Belleggia e Pincarelli hanno già ricevuto condanne definitive di ventitré e ventuno anni, rispettivamente. Con il nuovo rinvio a giudizio da parte della Cassazione, i fratelli Bianchi si trovano ora nuovamente a rischio di una condanna all’ergastolo.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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