Cronaca
La fine di un’era: il campo rom “Lombroso” chiude dopo 37 anni, dando vita a nuove opportunità abitative per 33 famiglie!
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LA CHIUSURA DEL CAMPO NOMADI
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha proclamato ieri come «una data che entrerà nella storia» per il Campidoglio. Infatti, è stato chiuso il campo nomadi situato in via Cesare Lombroso, ma in un modo diverso da un tradizionale sgombero. Seguendo quanto previsto dalla delibera capitolina per la malleabile chiusura degli insediamenti rom, si è scelto un approccio che ha escluso l’uso della forza pubblica. I 33 nuclei familiari, per un complessivo di 145 individui, hanno ricevuto assistenza in varie modalità, abbandonando definitivamente l’idea delle ruspe, che secondo il sindaco non hanno mai garantito un vero avanzamento. Le operazioni hanno avuto luogo senza generare incidenti e senza il bisogno dell’intervento delle forze dell’ordine.
ASSISTENZA PROPOSTA
Un totale di sei famiglie ha deciso di ignorare l’assistenza degli enti istituzionali, scegliendo un percorso di ricollocazione autonomo. Le altre famiglie, invece, hanno usufruito di soluzioni personalizzate che includevano alloggi popolari e programmi individuali adattati ai bisogni specifici. Il sindaco ha sottolineato come questa fase rappresenti una novità storica, poiché è la prima volta che si procede alla chiusura attraverso un percorso di integrazione. Coloro che erano già in attesa di un alloggio popolare sono stati supportati senza dover attendere ulteriormente, mentre gli altri hanno potuto seguire percorsi personalizzati.
PROSPETTIVE FUTURE
Tutti i bambini, diverse decine, hanno già completato l’iscrizione nelle scuole vicine alle loro nuove abitazioni. Le operazioni di bonifica hanno preso il via da parte del personale dell’Ama. Sul sito del campo di via Lombroso verrà creato un «bosco urbano», con la piantumazione di 145 nuovi alberi, e l’integrazione dell’area al parco di Santa Maria della Pietà. Gualtieri ha aggiunto che questo approccio offre una via concreta per superare i campi rom, rispettando i diritti delle persone e allo stesso tempo ripristinando legalità e decoro urbano.
LA SITUAZIONE DEGLI INSEDIAMENTI ABUSIVI
La presenza di insediamenti abusivi a Roma ha sollevato allerta, specialmente a causa di incendi che si sono verificati tra luglio e agosto in diverse zone. Alcuni dei roghi più preoccupanti hanno avuto origine in questi campi informali. Tra gli episodi più noti, c’è stato l’incendio di Monte Mario il 31 luglio, evento che ha costretto anche all’evacuazione della sede Rai in via Teulada. Un altro caso ha visto un incendio originarsi a Ponte Mammolo da alcune baracche.
In risposta a tali avvenimenti, la prefettura ha disposto che i municipi e le forze di polizia locali redigessero un rapporto dettagliato per mappare gli insediamenti abusivi e avviare i lavori di rimozione e bonifica. Le zone con la presenza più elevata di questi insediamenti includono il IV, V, VI e XII municipio, che abbracciano l’area est e buona parte di quella ovest della Capitale.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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