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Cronaca

La Polemica di una Madre: Eleonora Abbagnato nel Mirage della Valorizzazione Filiale.

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La Polemica di una Madre: Eleonora Abbagnato nel Mirage della Valorizzazione Filiale.

# Condanna per Calunnia per Giulia Di Stasi: La Storia di una Lotta Personale

Giulia Di Stasi è stata condannata a due anni di reclusione per calunnia e dovrà anche risarcire i danni civili per aver inviato ripetute lettere offensive nei confronti di Eleonora Abbagnato. Questa controversia ha origine nel 2016, anno in cui l’étoile, che l’anno precedente era diventata direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera, iniziò a ricevere comunicazioni sgradevoli. Le motivazioni della sentenza rivelano che Di Stasi nutriva malcontento per i ruoli secondari riservati alla propria figlia, ballerina presso lo stesso teatro da quando Abbagnato aveva assunto la direzione.

Lo Stress di Abbagnato

Nel momento in cui le lettere giunsero a destinazione, Eleonora Abbagnato si trovava in una situazione di forte disagio emotivo. Le missive minacciose la mettevano in uno stato di ansia costante, tanto che evocando l’aggressione subita da un noto direttore artistico del Bolshoi di Mosca, chiese al marito di stare più vicino alla famiglia per la loro sicurezza. Le lettere, firmate con nomi di diversi ballerini — che poi sono stati coinvolti come parti civili nel processo — non solo venivano inviate a giornali e autorità, ma miravano a sollevare scandali, accusando Abbagnato di favoritismi illeciti e facendo insinuazioni su un presunto piano, in collaborazione con un produttore teatrale, per privatizzare il corpo di ballo.

I Sospetti del Produttore Teatrale

Il produttore teatrale, che era uno dei nomi menzionati nelle lettere infamanti, si rivelò il primo a sospettare di Giulia Di Stasi. I due si conoscevano tramite una connessione comune, e Di Stasi, in diverse occasioni, chiese al produttore di aiutarla nel favorire la carriera della figlia all’interno della compagnia. Durante la lettura delle lettere, il produttore notò riferimenti che lo colpirono personalmente e, associando la grafia alle note manoscritte che accompagnavano tre barattoli di marmellata ricevuti da Di Stasi, i suoi sospetti furono confermati.

L’Iter Giudiziario

Il processo, iniziato nel 2018, ha visto la presentazione di prove grafiche che hanno evidenziato la corrispondenza tra la scrittura delle lettere e quella di Giulia Di Stasi. Quest’ultima, pur dichiarando di non avere un rapporto diretto con Eleonora Abbagnato, ammise una certa familiarità con il produttore teatrale per motivi professionali. Di Stasi sostenne che la figlia fosse soddisfatta del suo lavoro, escludendo pertanto ogni ragione per inviare comunicazioni denigratorie. Tuttavia, il giudice non fu convinto dalle sue affermazioni, confermando la sentenza di condanna per calunnia incentrata sulla “mancanza di ruoli adeguati assegnati alla ballerina”.

Giulia Di Stasi, oltre a scontare la pena detentiva, dovrà affrontare le spese legali e risarcire i danni causati alle parti civili coinvolte nella vicenda.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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