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Cronaca

“L’ex Hotel Cinecittà: un tesoro da 600mila euro all’anno”

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“L’ex Hotel Cinecittà: un tesoro da 600mila euro all’anno”

Il caso dell’occupazione illegale dell’ex hotel Cinecittà, ubicato in via Eudo Giulioli, ha generato un traffico illecito con guadagni annuali che superano i 600mila euro. Questa informazione è stata riportata da Andrea Cutelli, CEO della “Casa Cinecittà srl”, la quale ha acquisito l’immobile in un’asta tenutasi a febbraio, dopo un lungo periodo di abbandono. Secondo fonti interne all’azienda, i responsabili delle occupazioni, prevalentemente di origine sudamericana, traggono profitto a discapito della comunità locale e della legalità. Non mancano episodi di violenza che stanno contribuendo a creare un clima di degrado all’interno della struttura. Recentemente, una violenta lite legata a questioni di “affitti” ha causato rumori assordanti, avvertiti dai residenti, senza però scatenare alcuna denuncia formale.

LA RICHIESTA DI SGOMBERO

Cutelli ha messo in evidenza l’urgenza di una operazione di sgombero e ha dichiarato: «L’immobile è destinato a scopi commerciali alberghieri e non può essere utilizzato per scopi abitativi. Le stanze, piccole e senza cucina, vengono affittate illegalmente a un canone di 300 euro mensili, generando un incasso di 50.700 euro al mese, che equivale a 600.000 euro l’anno. Chi gestisce questo luogo non è un benefattore, ma una rete criminale che si arricchisce illecitamente, evitando le spese di affitto, utenze e altre attività illegali come spaccio e prostituzione». Questa affermazione segue una precedente comunicazione al prefetto di Roma, Lamberto Giannini, da parte di Francesco Laddaga, presidente del VII Municipio, il quale ha espresso preoccupazioni riguardo al crescente deterioramento della sicurezza e dell’ordine pubblico nella zona, richiedendo una presenza costante delle forze dell’ordine fino a quando lo sgombero non sarà completato.

Attualmente, l’immobile è divenuto un punto di raccolta per immigrati sudamericani a Roma. Gli agenti del commissariato Romanina hanno documentato la presenza di bande di ladri e spacciatori all’interno della struttura. La società “Casa Cinecittà srl” ha informato il Viminale che all’interno dell’edificio sono installate telecamere di sorveglianza, alcune stanze sono rafforzate con sbarre e porte di ferro, e ci sono ronde di giovani in motorino che vigilan sulla situazione.

LA SITUAZIONE DEI MINORI

L’ambiente in cui operare si presenta complesso e delicato. Durante un censimento effettuato a giugno, sono state trovate 169 persone, incluse molte donne e minori. Nella notte precedente, diversi uomini erano fuggiti con bagagli, chiaramente allertati in vista di un imminente controllo. Questa situazione ha portato a una stima sottovalutata delle attività del racket. La presenza di persone vulnerabili, come donne e bambini, rende necessaria una ricerca di alloggi alternativi prima di poter intraprendere uno sgombero totale. In merito alla questione dei minori, il CEO di Casa Cinecittà s.r.l. esprime dubbi: «Se è necessario tutelare i minori durante uno sgombero, in che modo si può giustificare la permanenza di un minore in una struttura così degradata?».

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Scontro tra scooter e taxi a Tor Cervara: decede un uomo di 50 anni

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Scontro tra scooter e taxi a Tor Cervara: decede un uomo di 50 anni

Un altro caos sulle strade di Roma: un tassista sbatte contro uno scooter Honda SH 300, uccidendo un 50enne italiano nella periferia est, mentre lui se la cava con un passaggio in ospedale per test anti-droga e alcol. Tipico di questa città dove tutti pensano di essere in pole position! #RomaTrafficoInfernale #IncidenteMortale #TaxiVsScooter #ItaliaStradePericolose (145 caratteri)

Lo Scontro Fatale

Nel pomeriggio di oggi, un incidente mortale ha bloccato via di Tor Cervara, nella caotica periferia est di Roma. Un taxi Dacia Lodgy si è scontrato con uno scooter Honda SH 300 guidato da un 50enne italiano, che non ce l’ha fatta. Niente di nuovo in una città dove il traffico è un gioco al massacro quotidiano.

Il Tassista e i Test

Il conducente del taxi, un italiano di 55 anni, ha frenato appena in tempo per prestare soccorso, ma è finito dritto in ospedale per i soliti controlli alcolemici e tossicologici. Chissà se stavolta scopriranno qualcosa di più di un caffè forte – in fondo, qui a Roma, guidare con il piede sul gas è uno sport nazionale.

Le Indagini della Polizia

Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia locale di Roma Capitale, dal IV gruppo Tiburtino, per ricostruire la dinamica. Speriamo che riescano a dipanare questo pasticcio senza altre sorprese, perché in questa giungla urbana, ogni incidente è solo l’inizio di una nuova storia.

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Carlo Bravi accusa il medico: Quattro interventi errati e conseguenze sul corpo

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Carlo Bravi accusa il medico: Quattro interventi errati e conseguenze sul corpo

Un altro scandalo nel mondo della chirurgia estetica made in Italy: una donna, ex colf attirata da offerte a prezzi stracciati, finisce nel calvario post-operazione al seno con un chirurgo già invischiato in quattro inchieste per malpractice. Ma chi se ne frega delle regole, vero? #ChirurgoFurbetto #OperazioniLowCost #SanitaAllaRovescia #ScandaloMedico #ViraleOra

La storia della vittima

Una donna comune, che faticava come colf per arrivare a fine mese, ha ceduto alla tentazione di un ritocchino al seno a prezzi da saldo. “Lavoravo 12 ore al giorno e lui mi prometteva miracoli a metà prezzo”, ha raccontato, senza sapere che si sarebbe ritrovata con complicazioni da incubo, tra infezioni e risultati da barzelletta. Tipico di questi “eroi in camice” che giocano con la salute per arrotondare.

Le indagini sul chirurgo

Questo tizio non è nuovo a guai: già quattro inchieste lo inchiodano per errori chirurgici e promesse non mantenute. Le autorità indagano su come offra interventi low-cost a chi non può permettersi di più, ma sembra che il sistema sanitario chiuda un occhio, o forse due. Chissà se finirà in galera o continuerà a operare nel sottobosco della bellezza a basso costo.

Le conseguenze per le pazienti

Le donne coinvolte pagano il prezzo più alto: dolori, rimpianti e battaglie legali. Questa ex colf ora combatte per un risarcimento, denunciando un chirurgo che sfrutta la disperazione femminile. Ma in un paese dove l’apparenza conta più della sostanza, quante altre cadranno nella trappola? Non c’è da stupirsi se queste storie esplodono online.

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