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Mi hanno detto: “Il tuo tempo sta per scadere, ti uccideremo”

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Mi hanno detto: “Il tuo tempo sta per scadere, ti uccideremo”

“Mi hanno aggredito dicendomi ti ammazziamo, hai le ore contate”. Don Coluccia, il prete anti pusher che lotta contro le piazze di spaccio romane, ha denunciato di essere stato vittima di una nuova aggressione domenica sera al Quarticciolo.

Don Coluccia: Ennesime Aggressioni e Minacce

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Don Antonio Coluccia ha denunciato di essere stato vittima di nuove minacce e aggressioni verbali. Il sacerdote delle periferie originario di Lecce, noto per la sua battaglia contro le piazze di spaccio, ha raccontato di un’aggressione avvenuta durante il corteo per la legalità, che si è svolto in zona Quarticciolo a Roma nella serata di domenica scorsa primo settembre. Don Coluccia ha spiegato che, mentre era in strada insieme ad alcuni abitanti del quartiere, i pusher gli avrebbero gridato contro: “Hai le ore contate, ti ammazziamo”, lanciandogli contro bottiglie, sassi e bastoni dalle finestre. Ciò ha costretto il sacerdote a porre fine all’incontro di preghiera ma, come ha già successo altre volte in passato, ha dichiarato che non intende fermarsi: “Continuerò sempre a lottare per la legalità per i cittadini onesti che abitano in questo quartiere”.

Don Coluccia già vittima di aggressioni

Don Coluccia è già stato in passato vittima di varie aggressioni e minacce. Ad agosto del 2023 stava per essere investito da un pregiudicato in scooter mentre camminava in strada a Tor Bella Monaca e ventottenne che è stato poi arrestato. Sempre a Tor Bella Monaca a gennaio ignoti hanno dato fuoco a dei cassonetti in un punto poco distante dal luogo in cui doveva svolgersi un’iniziativa del prete. Ad aprile scorso al Laurentino 38 una famiglia di pregiudicati ha fatto irruzione in un bar della zona armata di bastoni si è scagliata contro il titolare con petardi e bombe carta.

Messaggi di solidarietà a don Coluccia

L’episodio ha suscitato tanti messaggi di vicinanza da parte delle istituzioni. “Desidero esprimere la più totale solidarietà a don Antonio Coluccia, oggetto ieri di una violenta aggressione mafiosa al Quarticciolo dove era in corso un corteo per la legalità – commenta l’aggressione Luisa Regimenti, assessore al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale, agli Enti locali e all’Università – Sono certa che Don Coluccia non si farà intimidire, ma anzi moltiplicherà gli sforzi per restituire dignità e speranza ai tanti cittadini perbene che vivono nel quartiere. L’azione di Don Coluccia e di tutti coloro che lottano contro lo strapotere delle organizzazioni criminali che gestiscono lo spaccio è fondamentale, saremo al loro fianco in questa battaglia per la libertà, la legalità e la rinascita delle periferie romane contro tutte le mafie”.

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La crisi della Chiesa che nessuno ha il coraggio di dire. I numeri parlano chiaro

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La crisi della Chiesa che nessuno ha il coraggio di dire. I numeri parlano chiaro

Ieri a Roma c’è stato il funerale di Papa Francesco.

Tanti i capi di stato e le famiglie reali che hanno partecipato a San Pietro per le esequie di Papa Bergoglio, rappresentante della religione più importante del mondo.

Ma i numeri parlano chiaro: infatti, nonostante la folla numerosa, bisogna evidenziare come la chiesa romana abbia delle grandi problematiche al suo interno: dalla crisi delle vocazioni, alla diminuzione dei fedeli che, anno dopo anno, diventano sempre di meno.

La crisi delle fede cristiana in Europa

In Europa la religione cristiana è in netto calo. Le migrazioni di cittadini da paesi non cristiani, che spesso sono di religione musulmana, sta cambiando la mappa dei fedeli nel vecchio continente.

Anno dopo anno, vuoi anche il calo demografico, i musulmani in Italia aumentano. Giusto per chiarare attraverso i dati, rispetto ai funerali di Giovanni Paolo II nel 2005 – dove accorsero 3 milioni di persone – ieri per papa Bergoglio ce n’erano dieci volte di meno, ovvero 250.000.

La chiesa è in difficoltà e di questo bisogna prenderne atto. Non si può far finta di nulla.

Il compito del nuovo pontefice sarà soprattutto quello di lavorare sodo per riportare una guida spirituale a Roma e in Europa, dove il numero di fedeli cristiani è in netto calo rispetto ai musulmani, che oltre a essere più partecipi sono sempre di più di più.

Non è un discorso politico e nemmeno di parte, ma solo constatare come il mondo cambia e con esso anche il credo religioso delle nostre città. Evidenziare come il cristianesimo in Europa e nel mondo stia diventando sempre meno influente è un atto dovuto, che deve far riflettere soprattutto per dei ragionamenti a lungo termine.

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Attivisti di Extinction Rebellion invadono il Colosseo citando le parole del Papa per la loro protesta eco-radicale

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Attivisti di Extinction Rebellion invadono il Colosseo citando le parole del Papa per la loro protesta eco-radicale

ClimaInRibellione: Attivisti di Extinction Rebellion hanno invaso il Colosseo di Roma con un messaggio shockante ispirato a Papa Francesco, e potresti non credere a cosa è successo dopo!

In una mossa audace che ha catturato l’attenzione di tutti, gli attivisti di Extinction Rebellion hanno occupato il Colosseo, uno dei simboli più iconici di Roma, per diffondere un appello urgente contro il cambiamento climatico. Utilizzando le parole del Pontefice per amplificare il loro messaggio, questa protesta ha trasformato un sito storico in un palcoscenico globale di sensibilizzazione, lasciando i passanti a chiedersi: quanto è vicina la crisi ambientale alla nostra porta?

L’occupazione che ha fatto scalpore

Gli attivisti hanno strategicamente scelto il Colosseo per la sua visibilità mondiale, esibendo striscioni e slogan che riecheggiano le parole di Papa Francesco sul rispetto per il pianeta. “Laudato si'”, il celebre documento papale, è stato al centro della loro azione, ricordando a tutti che il tempo stringe per agire contro il riscaldamento globale. Testimoni oculari hanno descritto scene di tensione e ammirazione, con la folla che si è radunata per osservare l’evento in diretta.

Reazioni e impatti immediati

Le autorità locali e i responsabili del sito hanno risposto rapidamente, ma l’eco della protesta si è diffusa sui social media, generando dibattiti accesi. Con migliaia di condivisioni e commenti, questa iniziativa ha sollevato domande sul futuro delle manifestazioni ambientali: è solo l’inizio di una serie di azioni più audaci? Mentre il mondo osserva, l’impatto di questa occupazione potrebbe ispirare altri a unirsi alla causa, rivelando quanto il clima sia diventato un tema irrinunciabile.

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