Attualità
Misteri svelati: la morte di David Rossi e la verità sugli omicidi di Prati.
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Nuovi sviluppi sulla morte di David Rossi
Data: 20 Settembre 2024
Ore: 16:07
Recenti dichiarazioni di Giandavide De Pau, detenuto per l’omicidio di tre donne a Roma, hanno riaperto il dibattito sulla morte di David Rossi, ex direttore comunicazione di Monte Paschi di Siena. Le autorità stanno svolgendo accertamenti per chiarire eventuali collegamenti tra De Pau e il decesso del manager.
La tragica caduta di David Rossi
Era il 6 marzo 2013 quando un uomo cadeva dalla finestra di un ufficio situato al terzo piano della sede di Monte Paschi di Siena. Questo uomo, David Rossi, sopravvisse all’impatto, ma morì poco dopo. I suoi colleghi, affacciatisi in quel momento, lo trovarono riverso a terra, già privo di vita. Sebbene il caso sia stato archiviato come suicidio, persistono numerosi interrogativi. La famiglia di Rossi ha sempre contestato questa versione, sostenendo invece che si sia trattato di un omicidio, nonostante tre indagini abbiano confermato l’ipotesi del suicidio.
Le pressioni dopo lo scandalo MPS
Le indagini più recenti hanno rivelato che Rossi si sentiva sotto pressione dopo una perquisizione domiciliare legata a una inchiesta sull’acquisizione della Banca Antonveneta da parte di Monte Paschi. Anche se non era formalmente indagato, la sua salute mentale ne risentì profondamente. Le paure di un possibile arresto lo angustiavano e, nel marzo 2021, una commissione parlamentare d’inchiesta fu istituita per esaminare le circostanze della sua morte, mentre un’altra iniziativa simile è stata avviata nel 2023 e continua a funzionare.
Le rivelazioni di De Pau
Le dichiarazioni di Giandavide De Pau stanno attirando nuovamente l’attenzione sull’episodio. Questo ex autista di un noto criminale romano, che ha già scontato condanne per l’uccisione di tre donne, ha affermato di aver avuto un ruolo nella morte di Rossi, senza fornire ulteriori dettagli. Per fare chiarezza, la commissione parlamentare ha richiesto un’analisi antropometrica di alcune figure riprese dalle telecamere di sorveglianza, che si trovano nei pressi del luogo del decesso di Rossi. L’intento è quello di stabilire se uno di quei due individui possa corrispondere a De Pau. Tuttavia, al momento, non sono previsti audizioni per De Pau stesso, il cui comportamento sembra rendere le sue affermazioni poco credibili, alimentando ulteriormente il mistero.
A sinistra un’immagine estratta dai video di sorveglianza di Siena, accanto a Giandavide De Pau.
Un passato oscuro
Il nome di Giandavide De Pau riemerge in un contesto di violenza e omicidi. Due anni fa, egli è stato arrestato in seguito alla brutale uccisione di tre donne a Prati, il cui ritrovamento dei corpi ha scosso l’intera comunità. Gli abitanti del condominio sono stati i primi a fare la macabra scoperta. Le indagini si sono intensificate rapidamente, e De Pau è stato preso in custodia poco tempo dopo, grazie alla denuncia presentata da sua madre e sua sorella, preoccupate per il suo comportamento; era tornato a casa con indumenti insanguinati e cominciava a mormorare frasi inquietanti riguardo all’accaduto.
Dalla criminalità al ricovero
Il profilo di De Pau rivela un passato complesso, segnato dall’appartenenza a gruppi di criminalità organizzata, da problemi di droga e da frequenti ricoveri in strutture psichiatriche. Ma le domande rimangono: il suo stato mentale è veramente compromesso? C’è il rischio che l’uomo stia semplicemente cercando di ottenere attenzione o compassione, simile a quanto accadeva con il boss della camorra Michele Senese, noto con il soprannome di ‘o pazzo’, di cui De Pau era considerato un collaboratore.
La morte di David Rossi: un legame da chiarire
In queste settimane si sta cercando di capire se il killer di Prati stia collegando le sue confessioni alla morte misteriosa di David Rossi, ex portavoce della Montepaschi di Siena. La giustizia sta indagando su questa possibile connessione, analizzando il contesto e le dichiarazioni rilasciate dall’imputato. La verità si farà lentamente strada tra le pieghe di un caso che continua a generare domande e a suscitare inquietudine nella società.
Attualità
Incidente tra auto e volante della polizia durante inseguimento causa quattro feriti, due in condizioni gravi
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Un incidente si è verificato oggi pomeriggio in via Achille Grandi a Monte Compatri, quando una volante della polizia ha colliso con un’auto con a bordo due persone che non si sono fermate all’alt. L’evento è accaduto intorno alle 16 e ha portato a quattro feriti: due agenti e i due occupanti dell’auto in fuga.
Ricostruzione dell’incidente
La vettura coinvolta, un’auto a noleggio, non si è fermata all’alt degli agenti in via Prenestina, dando inizio a un inseguimento che è terminato con lo scontro in via Achille Grandi. I due uomini alla guida, con precedenti penali, sono stati denunciati per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Nonostante le serietà delle ferite, non risultano in pericolo di vita.
Intervento dei soccorsi
Il forte impatto ha allarmato i passanti che hanno immediatamente allertato i soccorritori del 118, che sono giunti rapidamente sul luogo dell’incidente per prestare soccorso. I feriti sono stati trasportati in ospedale, e gli occupanti dell’auto fuggitiva saranno ascoltati dalle autorità non appena le loro condizioni lo permetteranno.
Attualità
Incendio al commissariato di Albano, 15 auto della polizia distrutte con probabile pista anarchica
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Un incendio doloso ha devastato quindici automobili della polizia di Stato ad Albano Laziale all’alba di oggi, lunedì 24 febbraio. All’interno del parcheggio del commissariato si trovavano dieci auto di servizio e cinque vetture private degli agenti. Due poliziotti, uno della stradale e uno del commissariato, hanno riportato intossicazioni da fumo e sono attualmente in ospedale per accertamenti.
Indagini in corso
Le indagini, affidate alla Digos della questura di Roma, indicano un’origine dolosa dell’incendio, con la pista anarco-insurrezionalista considerata la più promettente. Telecamere di sicurezza hanno ripreso una persona incappucciata che, dopo aver scavalcato il muro di cinta, ha appiccato il fuoco. Secondo quanto riferito dal segretario del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese, “è abbastanza evidente che dietro questo gesto ci siano esponenti dell’area anarco-insurrezionalista”.
Rischi per la sicurezza
Questo episodio si verifica a pochi giorni da un altro incendio simile, avvenuto presso il comando della Compagnia dei Carabinieri di Castel Gandolfo, che aveva già visto in pericolo la sicurezza delle forze dell’ordine. Anche in quell’occasione, una persona incappucciata era stata ripresa mentre tentava di appiccare un incendio.
Reazione delle autorità locali
Il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, ha espresso “solidarietà e vicinanza agli agenti del commissariato locale” e ha confermato che “gli uffici comunali si sono attivati per quanto di nostra competenza”. A causa dell’incendio, la circolazione veicolare su via Appia e Borgo Garibaldi è stata temporaneamente chiusa, ma il traffico è stato successivamente riaperto in entrambi i sensi di marcia.
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