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Cronaca

“Momenti di panico al pronto soccorso del Gemelli: Un paziente dà vita a una drammatica aggressione”

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“Momenti di panico al pronto soccorso del Gemelli: Un paziente dà vita a una drammatica aggressione”

La violenza verbale è rapidamente degenerata in un attacco fisico, che ha visto un uomo colpire brutalmente un’infermiera di 50 anni presso il pronto soccorso del Policlinico Agostino Gemelli. La professionista, nonostante la sua lunga esperienza, non è riuscita a placare l’irruenza del paziente, il quale ha reagito con una violenza inaccettabile. Le ferite subite dalla donna hanno richiesto l’intervento immediato del personale medico, portando ad una prognosi di due giorni.

L’Intervento delle Forze dell’Ordine

Il responsabile dell’aggressione, un 67enne con alle spalle precedenti penali, è stato prontamente neutralizzato dal personale di sicurezza dell’ospedale. I carabinieri, giunti sul posto in tempi brevi, hanno proceduto all’arresto dell’individuo. Il soggetto, inizialmente trasportato in ambulanza, sembrerebbe essere in crisi di astinenza da droghe. Attualmente, l’uomo si trova accusato di lesioni aggravate a danno di personale sanitario, minacce e interruzione di un servizio pubblico. Il giudice ha convalidato l’arresto.

L’Allerta sulla Violenza negli Ospedali

I dati sugli episodi di violenza all’interno degli ospedali rivelano una preoccupante realtà: donne e infermieri sono le categorie più colpite. Nel corso del 2023, nel Lazio, il 65% delle vittime di atti violenti erano donne, mentre il 57% degli attacchi mirava specificamente agli infermieri. Sono stati segnalati oltre 1.200 casi di aggressioni nel solo Lazio. In risposta a questa situazione, il governo ha messo in atto nuove strategie per contrastare il fenomeno, implementando un decreto legge e avviando collaborazioni con la Regione Lazio e vari ordini professionali per elevare la consapevolezza pubblica.

Per affrontare in modo efficace questo problema, è stata disposta la riattivazione di presidi di Polizia attivi 24 ore su 24 negli ospedali principali della capitale. Secondo Stefano Barone, segretario provinciale di NurSind Roma, “la presenza delle forze dell’ordine ha dimostrato di essere un deterrente efficace”. Nonostante ciò, eventi come quello accaduto al Policlinico Gemelli evidenziano l’urgenza di mantenere alta l’attenzione. Giancarlo Cenciarelli, segretario generale della Fp Cgil di Roma e Lazio, propone inoltre l’istituzione di percorsi protetti per pazienti con problematiche psicologiche o sotto effetto di sostanze.

L’Urgente Necessità di Protezione

La necessità di garantire la sicurezza del personale sanitario è diventata una priorità. Gli episodi violenti rappresentano non solo un grave rischio per la salute dei lavoratori, ma anche un ostacolo ai servizi assistenziali che dovrebbero essere forniti con serenità e professionalità. L’adozione di misure preventive, insieme a un’adeguata formazione del personale per gestire situazioni di crisi, è fondamentale per creare un ambiente di lavoro più sicuro e tutelare la salute di tutti.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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