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Mystery of the Terminally Ill: Did a Potassium Chloride Injection Lead to Her Death?

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Mystery of the Terminally Ill: Did a Potassium Chloride Injection Lead to Her Death?

Il decesso all’Idi di Roma

Una donna di 53 anni, affetta da una patologia terminale, ha perso la vita all’Istituto dei Tumori di Roma, pochi attimi dopo aver ricevuto un’iniezione di cloruro di potassio. I periti incaricati di indagare sull’accaduto hanno specificato che non è possibile affermare con certezza che il decesso sia stato causato dall’iniezione effettuata dal medico presente.

Analisi delle condizioni di Raffaella

Raffaella, questo il nome della paziente, è deceduta due minuti dopo la somministrazione della dose letale. Secondo le conclusioni dei periti, “non è possibile stabilire, con probabilità prossime alla certezza, che la somministrazione di cloruro di potassio abbia procurato la morte della donna.” Di conseguenza, il medico di turno, per il quale è stata richiesta l’apertura di un procedimento penale per omicidio volontario, non potrebbe essere considerato responsabile della tragica scomparsa della paziente.

La richiesta del marito

Il pubblico ministero ha reso noto che sarebbe stato il marito di Raffaella a chiedere esplicitamente di somministrarle il cloruro di potassio, in preda a un forte disagio per le sofferenze della moglie. I periti hanno evidenziato nella loro relazione che la mancata segnalazione della dose esatta iniettata ha reso difficile valutare le eventuali responsabilità. Inoltre, il cloruro di potassio è comunemente utilizzato nelle iniezioni letali, ma viene somministrato a livello coronarico, non attraverso le vene periferiche come avvenuto nel caso della paziente.

Dichiarazioni del personale medico

Le testimonianze del personale sanitario dell’Idi aprono a interrogativi e dubbi riguardo a quanto accaduto il giorno della morte di Raffaella. La dottoressa che dirige il reparto di oncologia ha affermato: “Ho informato il marito e la madre della paziente che avremmo potuto solo procedere con cure palliative. Raffaella stava soffrendo molto. Probabilmente, la sera prima dell’inizio di questo procedimento, il marito mi ha chiesto quanto tempo le rimanesse e se fosse possibile accorciare quel tempo. Considerai che mi stesse suggerendo un intervento di eutanasia.”

Un’infermiera ha aggiunto di aver assistito a una conversazione tra il marito della paziente e il medico, prima che questi tornasse nella stanza di Raffaella per intervenire su un dispositivo. “Dopo aver parlato con il marito per circa cinque minuti, il medico è ripartito. Quando sono entrata nella stanza, ho trovato il medico vicino alla paziente in fase terminale. Nessuno dei familiari mi ha mai espresso il desiderio di ridurre la sofferenza della donna. La visione del diario clinico ci ha lasciate sgomente”.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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