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“Omicidio premeditato: il drammatico destino di Manuela Petrangeli, vittima dell’ex”
La premeditazione dell’omicidio di Manuela Petrangeli, avvenuto lo scorso luglio per mano dell’ex compagno Gianluca Molinaro, è al centro dell’inchiesta. La donna è stata colpita mortalmente da colpi di fucile nei pressi della casa di cura Villa Sandra, dove lavorava come fisioterapista.
L’omicidio: dettagli agghiaccianti
Gianluca Molinaro, il 53enne accusato di aver attentato alla vita dell’ex compagna, è ritenuto responsabile di un delitto pianificato nei minimi dettagli. L’episodio fatale si è verificato dopo che la Petrangeli aveva concluso il suo turno di lavoro e stava dirigendosi verso la sua auto, parcheggiata in via degli Orseolo. In quell’istante, l’uomo è giunto con la sua auto e ha aperto il fuoco, centrandola con diversi colpi, il secondo dei quali è risultato mortale.
Ritorno a casa e la drammatica fine di Manuela
Subito dopo l’omicidio, Manuela stava per riprendere il suo bambino, rivelando al piccolo: “La mamma arriverà presto”. Ma prima di poterlo fare, è stata colpita a morte dal suo ex compagno. Nonostante l’intervento tempestivo dei colleghi della casa di cura, per la donna non c’è stato nulla da fare.
Successivamente, Molinaro ha contattato telefonicamente l’ex compagna e, seguendo il suo consiglio, si è presentato presso la caserma dei carabinieri di Casalotti, dove ha confessato il delitto. L’arma utilizzata, un fucile con una matricola parzialmente illeggibile, è stata sequestrata dalle autorità. Adesso si trova nel carcere di Regina Coeli e a fine settembre affronterà un nuovo interrogatorio, nel quale promette di collaborare con i pubblici ministeri, contrariamente al precedente dove aveva scelto di non rispondere.
L’accusa di premeditazione
I pubblici ministeri sostengono che Molinaro avesse pianificato l’omicidio nei dettagli. Prima di uscire armato, infatti, avrebbe inviato un messaggio a un amico, rivelando che era giunto ai limiti della sopportazione e che progettava di “prendere due piccioni con una fava”. Questa affermazione ha contribuito ad alimentare l’ipotesi di premeditazione.
Strategie violente, nella sua storia passata, Molinaro ha già fatto segnare episodi di aggressione anche nei confronti della sua ex compagna, che lo ha denunciato. Anche se la relazione con Petrangeli era terminata tre anni prima, lui continuava a perseguitarla, installando presuntamente delle telecamere per spiarla. Una chiavetta con video compromettenti, che Molinaro ha consegnato a una collega, è stata poi acquisita dai carabinieri per ulteriori accertamenti sul caso e sul presunto piano malefico dell’imputato durante la tragica giornata in cui ha ucciso l’ex compagna.