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Cronaca

Papa Francesco in un gesto di solidarietà accoglie i senzatetto di Piazza San Pietro prima del suo viaggio in Belgio

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Papa Francesco in un gesto di solidarietà accoglie i senzatetto di Piazza San Pietro prima del suo viaggio in Belgio

Papa Francesco e il suo incontro con i senzatetto

Questa mattina, prima di partire per Lussemburgo e Belgio, Papa Francesco ha deciso di dedicare un momento speciale ai senzatetto riuniti attorno al Colonnato di Piazza San Pietro. Qui, gli uomini e le donne senza fissa dimora cercano rifugio, trovando la presenza del Vaticano una protezione temporanea. Negli ultimi dieci anni, però, la situazione è diventata sempre più complessa e sfumata, portando alla luce una serie di problemi, tra cui l’ordine pubblico e le lamentele dei residenti di Borgo Pio, soprattutto in previsione del prossimo Giubileo.

Un gesto di vicinanza

Il pontefice argentino ha incontrato un gruppo di circa dieci senzatetto, scambiando con loro parole di incoraggiamento e affetto prima di mettersi in auto. Ad accompagnarlo c’era il cardinale Corrado Kraiewski, nell’importante ruolo di elemosiniere, che coordina numerosi progetti di carità nella capitale. Questo incontro, pur essendo stato comunicato senza dettagli supplementari, sottolinea come Papa Francesco continui a sentirsi vicino alle persone più vulnerabili, un impegno che risale ai suoi anni come arcivescovo di Buenos Aires.

Progetti a favore dei bisognosi

Durante il suo pontificato, il Papa ha lanciato e supportato diverse iniziative mirate a migliorare le condizioni di vita dei senzatetto. Ha promosso l’apertura di una barberia, l’istituzione di un ostello e ha creato servizi igienici nelle vicinanze della Piazza San Pietro. Questi sforzi seguono il filo conduttore del suo approccio diretto con i bisognosi, simile a quanto faceva con i ‘cartoneros’ delle baraccopoli di Buenos Aires. Un episodio di grande significato è stata la celebrazione del funerale di Willy, un uomo senza fissa dimora scomparso a causa del freddo, la cui salma è ora tumulata nel camposanto Teutonico in Vaticano.

Papa Francesco non si limita alle parole, ma continua a concretizzare il suo impegno attraverso atti tangibili di supporto e speranza verso coloro che si trovano ai margini della società.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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