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Ritorno a casa: la salma di Satnam Singh, vittima di un tragico incidente sul lavoro a Latina, torna in India.

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Ritorno a casa: la salma di Satnam Singh, vittima di un tragico incidente sul lavoro a Latina, torna in India.

# La Triste Storia di Satnam Singh: Ritorno in Patria

La salma di Satnam Singh, il bracciante indiano deceduto a seguito di un incidente lavorativo avvenuto lo scorso giugno, è finalmente tornata in India. Qui avrà luogo il funerale, un evento profondamente sentito dalla sua famiglia.

Rievochiamo il Rientro in India

Satnam Singh, 33 anni, ha perso la vita in un tragico incidente il 17 giugno, mentre lavorava in un’azienda agricola nella provincia di Latina. La Flai Cgil, sindacato che ha seguito da vicino i dettagli dell’accaduto, ha confermato che il corpo è stato riportato nel suo paese natale. La nota diramata dal sindacato sottolinea l’importanza del rito funerario in patria, rispettando i costumi e le tradizioni familiari. “Finalmente Satnam torna a casa, e speriamo che il suo funerale possa portare un po’ di conforto ai suoi cari, specialmente ai suoi genitori”, dichiara il sindacato. “Questa è solo una delle tante battaglie che intendiamo affrontare per garantire giustizia a tutti i lavoratori sfruttati”.

Accadimenti e Impatti dell’Incidente

Originario dell’India, Satnam aveva lasciato il suo paese insieme alla moglie con l’aspirazione di trovare un lavoro che potesse offrire loro una vita più dignitosa. Entrambi erano impiegati in nero presso l’azienda Lovato, guadagnando un salario irrisorio e privi di diritti e tutele. Durante il tragico incidente, avvenuto mentre Satnam manovrava un macchinario avvolgiplastica, il suo braccio è rimasto incastrato, portando a una amputazione grave. Invece di contattare i soccorsi, il suo datore di lavoro, Antonello Lovato, ha deciso di caricarlo in un furgone, bloccandolo dall’effettuare una richiesta di aiuto. La scena successiva fu agghiacciante: Lovato ha abbandonato il giovane davanti alla sua abitazione, con il braccio severamente danneggiato riposto in una cassetta della frutta. Le forze dell’ordine hanno successivamente arrestato Lovato, mentre l’autopsia ha rivelato che la morte di Satnam era avvenuta anche per emorragia, un danno che avrebbe potuto essere evitato con un intervento tempestivo.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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