Cronaca
Rivolte a Casal del Marmo: L’ombra delle bande milanesi si fa sentire

# Rivolte in aumento nel carcere minorile di Casal del Marmo
La situazione all’interno del carcere minorile di Casal del Marmo è diventata insostenibile, con tensioni altissime che hanno portato a una serie di rivolte. Ieri, attorno alle 13, si è consumata l’ultima di queste manifestazioni di protesta, la terza in una settimana, la quale ha tenuto occupate le forze dell’ordine fino a sera.
Origini del Problema
Le rivolte sembrano avere un comune denominatore: i detenuti che provengono dal carcere “Beccaria” di Milano. Molti di loro hanno precedentemente soggiornato in altre strutture penitenziarie, tra cui alcuni individui che erano riusciti a evadere da questi istituti. Gli investigatori sono preoccupati per la possibilità che, all’interno di questo carcere romano, stiano replicando dinamiche simili a quelle delle baby gang milanesi, note per la loro violenza e per il comportamento oppressivo nei confronti degli altri.
L’attenzione della polizia penitenziaria è focalizzata su specifici detenuti, considerati leader naturali, che si comportano come veri e propri boss, abituati a crimini quali rapine e spaccio. Al termine degli scontri, due detenuti di origine nordafricana sono stati arrestati; entrambi avevano avuto esperienze in istituti penali di Torino e Quartucciu, in Sardegna.
La Sequenza degli Eventi
Durante il pomeriggio di ieri, i detenuti hanno dato inizio ai disordini incendiando alcuni materassi all’interno di una delle celle. Seguendo il piano, si sono quindi barricati nella sala mensa, causando ingenti danni alle strutture già compromesse da precedenti episodi di violenza. L’istituto è stato immediatamente circondato da pattuglie dei carabinieri, mentre all’interno si richiedevano rinforzi per ripristinare l’ordine.
Obiettivi dei Rivoltosi
Il gruppo di diciotto rivoltosi, per la maggior parte di origini maghrebine, mirava a creare confusione, con la speranza di poter facilitare la fuga di qualche complice. Tuttavia, grazie all’intervento tempestivo del Reparto di pronto intervento della polizia penitenziaria, sotto la guida dell’aggiunto Ferdinando Stazzone, e dei militari dell’Arma, questo piano è stato sventato. Diversamente, a luglio, tre tunisini erano riusciti a fuggire approfittando di una maxi-rissa, ma erano stati ripresi rapidamente.
Critiche alla Gestione dell’Istituto
Questa settimana di tumulto è coincisa anche con l’arrivo di nuovi detenuti provenienti dal carcere milanese. Uno degli ultimi eventi ha visto un detenuto ingerire vetro, richiedendo un intervento medico. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa, ha dichiarato che la situazione è ulteriormente complicata dalla scarsità di personale, costringendo spesso a richiamare agenti già fuori servizio per garantire la sicurezza. De Fazio ha messo in evidenza la grave situazione di degrado in cui si trova la struttura, con soli 50 agenti di sorveglianza a fronte di 55 detenuti, la maggior parte dei quali di nazionalità straniera e con comportamenti problematici.
Cronaca
In nome del Papa, blocco dei bus nel centro di Roma: quali linee si fermano il 26 aprile

RomaInCaosPerIFuneraliDiPapaFrancesco: Scopri come i trasporti pubblici di Roma saranno sconvolti in modo epico per l’evento del secolo!
L’inevitabile stop al trasporto pubblico
Il 26 aprile, il centro di Roma si prepara a un vero e proprio blocco del traffico pubblico per i funerali di Papa Francesco, attirando orde di fedeli e curiosi. Immagina strade affollate e autobus fermi: Atac e il Comune hanno deciso di sospendere quasi tutti i mezzi di superficie che passano vicino al Vaticano o al percorso del corteo funebre. Solo la linea 514 dei tram continuerà a correre, sostituendo temporaneamente le linee 5 e 14.
Le linee più colpite: un elenco che ti lascerà a bocca aperta
Tra le sospensioni più eclatanti, decine di linee bus e tram andranno in vacanza forzata. Niente corse per i bus 30, 34, 40, 46, 51, 64, 70, 71, 100, 117, 119, 280 e 628, mentre i tram 2, 3, 8 e 19 saranno rimpiazzati da autobus. Ma non è tutto: altre linee subiranno deviazioni sorprendenti, come la 16 che aggira Santa Maria Maggiore, la 32 che si ferma a piazzale Clodio senza arrivare a Ottaviano, o la 49 sospesa tra piazza Irnerio e piazza Cavour. Anche la 60 limiterà il percorso tra piazza della Repubblica e piazza Venezia, e la 62 sarà interrotta tra piazza Barberini e la stazione di San Pietro. Alternative smart per non rimanere bloccati
Per evitare il caos totale, Atac consiglia di affidarsi alla metropolitana, che sarà potenziata con corse fino all’1.30 già dalla notte precedente. Nelle notti tra il 25 e il 26, e tra il 26 e il 27 aprile, l’intera rete metro estenderà gli orari. Se stai puntando a San Pietro, scendi alle fermate Cipro o Ottaviano sulla linea A, o usa le ferrovie urbane FL3 e FL5 dalla stazione Roma San Pietro. Chissà quante sorprese ti aspettano in questa giornata storica!
Cronaca
Il decreto del 14 aprile: cosa nasconde?

HaiMaiSentitoParlareDelMissionarioEroeCheHaSfideggiatoIMalavitosiESalvatoVite #BeatoNazarenoLanciotti
Chi era il missionario che ha ispirato Papa Francesco?
Don Nazareno Lanciotti, l’ultimo beato nominato da Papa Francesco, era un sacerdote italiano di Subiaco che ha dedicato la vita ai più bisognosi. Ordinato nel 1966, partì per il Brasile nel 1973, atterrando nella remota regione del Mato Grosso. Qui, in mezzo a comunità disperse nella foresta, si trasformò in un vero e proprio eroe, costruendo ospedali, scuole e chiese con l’aiuto di volontari e persino del suo stesso padre, un esperto di edilizia. Immagina un uomo solo che, a dorso di mulo, porta speranza in luoghi dimenticati dal mondo!
Come ha cambiato la vita di una comunità intera?
In una zona segnata da povertà, droga e prostituzione, Don Nazareno divenne un simbolo di resistenza. Con la sua opera pastorale, aiutò gli ultimi della terra nella diocesi di Jaru, creando una “città giardino” attorno alla chiesa della Madonna del Pilar. Ma cosa lo rendeva così speciale? Non solo costruiva edifici, ma combatteva contro i trafficanti locali, offrendo ai residenti una via d’uscita da un’esistenza di miseria. Potresti chiederti: quanto è coraggioso sfidare il male per aiutare gli altri?Il momento drammatico che ha scioccato tutti
La sua vita pacifica si trasformò in un incubo la sera dell’11 febbraio 2001. Due uomini mascherati irruppero nella sua canonica durante la cena, fingendo una rapina per coprire i loro veri motivi. Don Nazareno, di 61 anni, tentò di calmare la situazione offrendosi al loro posto, ma i killer avevano un obiettivo preciso: eliminarlo perché dava troppo fastidio ai potenti del posto. In un colpo di scena da brividi, lo ferirono con un colpo di pistola e fuggirono, lasciando il denaro sul tavolo. Eppure, in un gesto che lascia senza fiato, prima di morire il 22 febbraio, perdonò i suoi assassini. La polizia arrivò solo il giorno dopo, alimentando i sospetti su chi fosse davvero dietro l’attacco.
La promessa di una cerimonia che non puoi perderti
Ora, la sua eredità vive attraverso la beatificazione, confermata dal Papa con un decreto del 14 aprile. Il postulatore della causa, don Enzo Gabrieli, annuncia che tra pochi mesi ci sarà una cerimonia ufficiale nel Mato Grosso, a Jaru. Persino il vescovo della diocesi di Tivoli e la comunità di Subiaco sono entusiasti di celebrare questo martire moderno. Chissà quali segreti emergeranno da questa storia di fede e coraggio?
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