Cronaca
“Rivoluzione Francese a Roma: Il Nuovo Sguardo su Trinità dei Monti e i Tesori Nascosti”
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# Critiche alla Gestione dei Tesori Artistici Francesi a Roma: Il Rapporto della Corte dei Conti
I giudici della Corte dei Conti di Parigi hanno recentemente reso pubblica una relazione significativa, il risultato di una scrupolosa indagine sulla gestione del patrimonio artistico francese a Roma. Questo rapporto mette in luce una serie di inefficienze, carenze nelle competenze, irregolarità e confusione nell’amministrazione di questi beni di grande valore culturale. I luoghi esaminati includono diverse chiese e complessi artistici gestiti da una storica fondazione francese, tra cui San Luigi dei Francesi, Trinità dei Monti, Sant’Ivo dei Bretoni, San Claudio dei Borgognoni e San Nicola di Lorrain.
Controversie Legate alla Scalinata di Piazza di Spagna
Un tema di grande controversia che emerge dal rapporto è la scalinata di Piazza di Spagna. La Francia rivendica la proprietà di questo iconico monumento, sostenendo che sia stato realizzato con fondi francesi nel XVIII secolo. La manutenzione della scalinata è stata storicamente affidata sia ai Pii Stabilimenti che al Comune di Roma, attraverso vari progetti di sponsorizzazione. È considerata cruciale una chiarificazione del suo status giuridico, per definire con precisione le responsabilità riguardo alla manutenzione e al restauro.
Problemi di Gestione del Patrimonio
Secondo i magistrati, la gestione del patrimonio dei Pii Stabilimenti di Francia a Roma risulta carente e priva di controlli efficaci, nonostante i vari avvisi giunti a Parigi nel tempo. Questo patrimonio, ricco di donazioni accumulate nei secoli, comprende numerosi beni immobili di rilevante valore. Attualmente, la gestione è affidata all’ambasciata francese presso la Santa Sede, con un amministratore religioso e un tesoriere laico. Tuttavia, questa struttura di governance appare inefficace, dato che gli incarichi diplomatici degli ambasciatori sono temporanei, mentre i tesorieri ricoprono la carica in modo permanente.
Il rapporto, composto da 107 pagine, elenca molte problematiche, inclusi ostacoli nel reperire informazioni dagli amministratori precedenti. Tra le criticità evidenziate, si segnalano malversazioni, mancanza di professionalità, questioni di sicurezza e procedure di appalto non trasparenti. Inoltre, è stato sollevato il problema di fondi neri detenuti presso lo IOR, i quali, al momento della chiusura del conto nel 2018, ammontavano a 2,3 milioni di euro.
Di fronte a queste problematiche, i magistrati suggeriscono di trasformare i Pii Stabilimenti in un’istituzione pubblica, rivedendo radicalmente le modalità di gestione, in particolare per quanto concerne il complesso di Trinità dei Monti, che attualmente è gestito dalla Comunità dell’Emmanuele sulla base di un accordo stipulato nel 1828 tra Carlo X e Leone XII.
Risposta dei Pii Stabilimenti
In merito al rapporto, i Pii Stabilimenti hanno emesso una comunicazione in cui affermano di aver collaborato durante l’indagine. Hanno inoltre fatto presente di aver affrontato e risolto le precedenti mancanze, che le gare d’appalto sono in conformità con le normative e che gli affitti sono stati adeguati ai livelli di mercato. Attualmente, è in corso un inventario completo, supportato da un sistema informatico avanzato, per migliorare la trasparenza e l’efficienza della gestione.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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