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Cronaca

Rivoluzione Necessaria: Rinnovare le Infrastrutture Idriche per un Futuro Sostenibile!

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Rivoluzione Necessaria: Rinnovare le Infrastrutture Idriche per un Futuro Sostenibile!

# La rinascita di Acea: 115 anni di storia al servizio di Roma

La storia di Acea non è semplicemente un racconto del passato, ma un esempio emblematico dell’industrializzazione che ha caratterizzato l’Italia nel corso del tempo. In occasione del 115° anniversario dell’azienda, sono stati celebrati non solo i successi raggiunti, ma anche le visioni future del gruppo, che oggi si prende cura dei servizi per circa 10 milioni di cittadini in Italia e in America Latina. L’azienda si propone di trasformarsi in un pilastro per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, con particolare attenzione alla gestione delle risorse idriche e all’innovazione tecnologica.

Il ruolo strategico di Acea nel contesto attuale

Fabrizio Palermo, l’amministratore delegato di Acea, ha evidenziato nel suo discorso come l’intelligenza artificiale e la robotica possano riempire un ruolo cruciale nella gestione degli impianti. Ha tracciato un parallelo con il lontano 1909, anno di fondazione dell’azienda, spiegando che Acea è pronta a essere protagonista nella transizione idrica del Paese, grazie alla competenza dei suoi 9.300 dipendenti.

Investimenti cruciali per il progresso del Paese

Palermo ha anche sottolineato come gli investimenti nel settore idrico siano essenziali per il progresso socioeconomico italiano. Ha infatti affermato che la disponibilità e la gestione dell’acqua possono contributare al PIL del 20%, con ogni euro investito che potrebbe generare un ritorno triplo. Tuttavia, l’infrastruttura idrica italiana è obsoleta e presenta perdite elevate, che toccano il 41%, rispetto a una media europea del 26%. Alla velocità attuale, ci vorrebbero ben 250 anni per effettuare il necessario rinnovamento della rete. Le strutture come dighe e invasi risultano anch’esse datate e sottoutilizzate, mentre il sistema tariffario è da rivedere.

Palermo ha quindi suggerito la necessità di una gestione centralizzata a livello europeo e di una riforma delle normative per promuovere la creazione di grandi operatori sia nel settore pubblico che privato, con l’idea di sviluppare operatori regionali.

Da municipalizzata a colosso europeo

Quella che era una semplice municipalizzata romana è diventata oggi una multiutility di rilevanza internazionale. Acea rappresenta il primo operatore idrico in Italia e il secondo in Europa. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il proprio orgoglio nei confronti dell’azienda, sottolineando l’intensa relazione che continua a legare Acea alla città, pur dopo più di vent’anni in Borsa e un’espansione a livello internazionale. Questo vincolo va oltre la semplice partecipazione azionaria, includendo anche una collaborazione proficua con numerosi investitori privati.

Prospettive di sviluppo e collaborazioni innovative

In occasione della celebrazione dei suoi 115 anni, Acea ha svelato un ambizioso progetto per un termovalorizzatore, considerato fondamentale per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella capitale e per sanare il deficit impiantistico della città. L’evento, intitolato “Il futuro dell’acqua, garanzia di sviluppo al servizio del Paese”, ha visto la partecipazione di figure istituzionali di spicco, incluso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che hanno riconosciuto la grande responsabilità che Acea ha nel contesto attuale. Hanno presenziato anche esperti come il premio Nobel Giorgio Parisi e Andrea Rinaldo, vincitore dello “Stockholm Water Prize”, oltre a padre Paolo Benanti, consigliere per l’intelligenza artificiale ed etica di Papa Francesco, che hanno delineato le linee guida per il futuro dell’azienda.

Guardando avanti

La celebrazione del centodiciannovesimo compleanno di Acea ha rappresentato un’opportunità non solo per riflettere sui successi passati, ma anche per affrontare le sfide future con determinazione e innovazione. L’azienda ha ribadito il proprio impegno a migliorare continuamente la qualità dei servizi offerti ai cittadini e a sostenere la crescita economica del Paese, rimanendo così uno degli attori principali nello sviluppo infrastrutturale italiano.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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