Cronaca
“Roma: sei anni di carcere per un anziano che giustifica le molestie su un’11enne come un semplice gioco.”
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Sanzione Penale per un Anziano Accusato di Abusi su una Minorenne
«Ho agito per istinto, è stato un gesto affettuoso». Queste le affermazioni di A.S., un settantenne che è stato condannato a sei anni di carcere dalla quarta sezione penale di piazzale Clodio per violenza sessuale aggravata nei confronti di una ragazzina di undici anni. Nonostante le sue scuse, che facevano apparire l’imputato come un innocuo nonno, le sue giustificazioni non hanno trovato spazio in aula. La madre della vittima ha raccontato il tormento vissuto dalla figlia in quel drammatico frangente.
L’Accaduto
Nel mese di giugno, in una giornata calda, Anna (nome di fantasia) stava tornando a casa a Torrenova. L’anziano, approfittando di una scusa, si è avvicinato a lei e ha iniziato a palpeggiarla. Nonostante la sorpresa e lo spavento, la giovane ragazza ha cercato una via di fuga, ma l’uomo è riuscito a darle un bacio sulla guancia. In preda alla paura, Anna ha chiamato sua madre, che ha subito interrotto la sua visita medica per correre in aiuto della figlia. Seguendo le indicazioni fornite da Anna, l’uomo è stato rintracciato poco tempo dopo dalla madre e dal suo compagno, ancora nei pressi dell’area in cui si era verificato l’incidente.
«È stato solo un gioco», ha dichiarato il settantenne quando è stato affrontato, ripetendo questa giustificazione anche durante il processo. L’anziano è stato quindi portato in custodia dagli agenti del commissariato Casilino.
Decisione dei Giudici
Il pubblico ministero Antonino Di Maio ha richiesto una condanna di nove anni. «La vittima, sebbene così giovane, è molto consapevole e gestisce già le chiavi di casa e un cellulare. L’uomo l’ha avvicinata alludendo a un cane, l’ha toccata in modo inappropriato e ha tentato di costringerla a fare lo stesso», ha spiegato Di Maio. Quando la ragazzina ha tentato di sfuggire, l’anziano le ha dato un bacio sulla guancia prima di fuggire.
La testimonianza di Anna è stata considerata chiara e coerente. La difesa dell’imputato ha cercato di minimizzare l’accaduto, sottolineando il fatto che l’anziano non avesse precedenti penali. «Cosa ha scatenato una tale violenza?», ha interrogato l’avvocato.
Dopo una deliberazione, i giudici hanno emesso il loro verdetto: sei anni di reclusione, obbligo di pagare le spese legali, interdizione perpetua dai pubblici uffici e divieto di avvicinamento alla minore.
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Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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