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Cronaca

“Roma Sotto Assedio: Enorme Operazione Antidroga con Due Arresti e Caccia ai Fuggitivi!”

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“Roma Sotto Assedio: Enorme Operazione Antidroga con Due Arresti e Caccia ai Fuggitivi!”

Duro colpo al Narcotraffico a Monte Mario

Un’importante operazione condotta dalla Squadra Mobile ha portato a significativi arresti nel settore del narcotraffico nella Capitale. Grazie a un’accurata indagine, gli agenti sono riusciti a sequestrare quasi 1.500 chilogrammi di hashish e a fermare due individui di 61 e 31 anni. Questa ingente quantità di droga, se venduta sul mercato, avrebbe generato guadagni multimilionari.

I Ritrovamenti Cruciali

La missione ha avuto luogo nel quartiere di Monte Mario, precisamente in un garage situato in via Tommaso Pendola. Qui, gli agenti hanno rinvenuto oltre 700 chili di hashish, dopo aver seguito il 61enne che ha mostrato evidente nervosismo alla vista della polizia. Questa reazione ha indotto gli investigatori a ispezionare il box, portando così alla scoperta della sostanza stupefacente. Un ulteriore ritrovamento si è verificato in un altro box in via Migliorini, dove sono stati confiscati ulteriori 400 chili di hashish, portando all’arresto del giovane di 31 anni, proprietario del locale.

Proseguono le Indagini

Le autorità non intendono fermarsi qui: le indagini sono in corso e l’obiettivo è quello di rintracciare eventuali narcos più potenti che potrebbero aver orchestrato le operazioni dei due arrestati. Questo sequestro non è solo un colpo alla criminalità, ma evidenzia anche la continua presenza di ingenti quantitativi di droga nel territorio romano, sottolineando l’importanza del lavoro delle forze dell’ordine.

L’Impatto Economico del Sequestro

L’operazione a Monte Mario si inserisce in un contesto più ampio: una recente azione in Sicilia ha portato al sequestro di 540 chilogrammi di cocaina, il cui valore è stimato in oltre 100 milioni di euro. Questi episodi rilevanti fanno luce sulla vastità del mercato della droga in Italia e sulla necessità di mantenere alta la guardia attraverso continue operazioni di polizia.

In conclusione, gli investigatori stanno concentrando i loro sforzi per smantellare una rete più estesa di narcotrafficanti, con l’intento di ridurre in modo significativo il flusso di droga a Roma e oltre.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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