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Cronaca

Schiacciato e colpito da una morsa di cinture

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Schiacciato e colpito da una morsa di cinture

Aggressione a un Tifoso del Venezia: Quattro Romanisti Attaccano nei Pressi della Stazione Termini

Un grave episodio di violenza ha avuto luogo nella tarda mattinata di oggi, nei pressi della stazione Termini di Roma, dove un tifoso del Venezia è stato aggredito da quattro sostenitori della Roma. L’attacco è avvenuto poco prima dell’incontro di Serie A tra le due squadre, sollevando preoccupazioni sulle misure di sicurezza attuate in occasione di questi eventi sportivi.

L’Attacco e le Reazioni Immediate

L’aggressione ha coinvolto un giovane tifoso, che, dopo essere arrivato in treno, si è allontanato dal suo gruppo in attesa di un collegamento navetta verso lo stadio Olimpico. Durante questo breve intervallo, è stato colpito brutalmente con delle cinghie da parte di un gruppo di fan romanisti. Fortunatamente, le forze dell’ordine, tra cui la Polizia ferroviaria e la Digos, hanno rapidamente risposto all’accaduto, bloccando due dei responsabili sul posto.

Un giovane di 23 anni è stato arrestato sul momento, mentre un altro di 20 anni ha ricevuto una denuncia. Nonostante le ferite subite, il tifoso del Venezia ha scelto di non farsi accompagnare in ospedale per una valutazione medica. Gli agenti stanno ora verificando le immagini delle videocamere di sorveglianza per rintracciare gli altri aggressori che sono riusciti a fuggire. La situazione ha anche comportato un ferimento di un ufficiale della Digos intervenuto nell’episodio.

Sicurezza Sotto Esame

La partita tra Roma e Venezia ha attirato un’attenzione particolare dalle autorità, che si sono adoperate per rafforzare i controlli nei luoghi frequenti dai tifosi. Gli eventi di violenza come questo pongono interrogativi sulle attuali misure di sicurezza, evidenziando la necessità di un approccio più rigoroso per tutelare la incolumità dei tifosi.

Le indagini, che sono appena iniziate, suggeriscono che l’incidente potrebbe essere stato pianificato, dato che il tifoso del Venezia si era volontariamente separato dal gruppo. Le autorità sono determinate a perseguire tutti i responsabili, affinché si possa garantire un ambiente sicuro durante i futuri eventi sportivi.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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