Cronaca
Scopri i segreti per trovare chi celebra messe e pratica esorcismi!
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Il Fenomeno dei Falsi Sacerdoti a Roma
Nella capitale italiana, precisamente nelle chiese più emblematiche, si osserva un preoccupante fenomeno: l’infiltrazione di impostori che indossano abiti ecclesiastici per truffare i fedeli. Questi falsi sacerdoti si mascherano da veri rappresentanti della Chiesa cattolica, replicando cerimonie liturgiche e vesti tipiche del clero. Con l’avvicinarsi del Giubileo, un evento che porta a Roma un gran numero di pellegrini, la situazione potrebbe aggravarsi, offrendo ai truffatori una nuova opportunità per ingannare ignari visitatori.
Iniziative della Diocesi per Contrastare le Truffe
Per fronteggiare questo problema crescente, la Diocesi di Roma sta considerando l’idea di emettere un avviso ufficiale rivolto ai sacerdoti. Questo provvedimento mira a sensibilizzare il clero riguardo al rischio di incontrare truffatori, in particolare durante il Giubileo, quando è prevista la presenza di gruppi intenzionati a sfruttare la buona fede delle persone. Un elemento cruciale per distinguere un sacerdote legittimo è il cosiddetto “celebret”, un documento che provvede a conferire l’autenticità e l’autorizzazione per celebrare la Messa in una determinata parrocchia.
Don Emanuele Albanese, responsabile dell’ufficio matrimoni e disciplina dei sacramenti, avverte i fedeli di non lasciarsi ingannare da chi si avvicina promettendo servizi religiosi senza una verifica adeguata. Solo i sacerdoti attivi all’interno delle chiese possono essere considerati genuini, e ogni celebrazione deve essere confermata tramite il celebret, secondo quanto stabilito dal canone 903 del Codice di diritto canonico. Per ulteriore sicurezza, è disponibile online un elenco ufficiale dei sacerdoti sul portale della Diocesi.
Un Allerta dal Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa
Il Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa (Gris), operante nella Diocesi, ha già espresso preoccupazioni circa un possibile incremento di falsi sacerdoti in occasione dell’Anno Giubilare. Con un’ingente affluenza di pellegrini attesa, il rischio che questi impostori tentino di sfruttare l’atmosfera spirituale e le necessità dei visitatori aumenta, con offerte di sacramenti ed esorcismi che non hanno alcuna validità legittima, in cambio di compensi economici. Questo fenomeno non si limita ai luoghi sacri, ma potrebbe estendersi anche a strutture ricettive come alberghi e bed and breakfast, luoghi nei quali i pellegrini si fermano durante la loro permanenza a Roma.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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