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Scopri Vittorio Baioni: L’enigmatico ex militante dei Nar e il suo legame con il mistero di Emanuela Orlandi nella pista londinese.

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Scopri Vittorio Baioni: L’enigmatico ex militante dei Nar e il suo legame con il mistero di Emanuela Orlandi nella pista londinese.

Nuove rivelazioni sul caso di Emanuela Orlandi

Pietro Orlandi ha recentemente rivelato in un’intervista che Vittorio Baioni, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar), è stato nominato come uno dei possibili carcerieri di sua sorella, Emanuela Orlandi, durante il suo presunto soggiorno a Londra. Questo sviluppo potrebbe fornire nuove informazioni sulla misteriosa scomparsa avvenuta nel 1983, con Baioni che confermerebbe il coinvolgimento di alcuni elementi del gruppo estremista nel caso.

Vittorio Baioni: chi è il nuovo protagonista della vicenda

Vittorio Baioni è stato recentemente identificato come l’ex Nar che si è fatto avanti per parlare con Pietro Orlandi riguardo alla scomparsa di Emanuela. Amico di Cristiano Fioravanti, Baioni ha alle spalle una carriera segnata dalla militanza politica e dall’attività criminale. Dopo essere stato arrestato nel 1981, ha scelto di diventare collaboratore di giustizia, chiudendo i rapporti con il suo passato nei Nar. Tuttavia, si ritiene che abbia continuato a operare sotto l’egida dell’organizzazione fino al suo arrivo a Londra, dove avrebbe supervisionato la vita di Emanuela per un periodo significativo.

Dichiarazioni inquietanti sul trasferimento di Emanuela

Durante l’intervista, Baioni ha affermato che “Emanuela è stata trasferita a Londra e lì è rimasta per circa dieci anni”, suggerendo un legame tra la sua scomparsa e attività illecite legate alla pedofilia. Le sue dichiarazioni destano preoccupazione poiché si ricollegano a un contesto di violenze e abusi nella rete di complicità di cui Baioni si sarebbe fatto parte.

La lettera al Cardinal Poletti e indizi di una pista londinese

Un elemento chiave emerso nella ricerca sulla scomparsa di Emanuela è una lettera indirizzata al Cardinal Ugo Poletti dall’arcivescovo di Canterbury, George Carey. In questa missiva dell’anno 1993, Carey esprime il desiderio di incontrare Poletti per discutere della situazione di Emanuela, affermando di avere informazioni sulla sua presunta presenza a Londra, specificamente all’indirizzo di un ostello femminile. Tuttavia, la lettera si presenta con diverse anomalie che suscitano dubbi sulla sua autenticità.

Dubbi sull’autenticità della lettera

Alcuni dettagli nella lettera, come errori grammaticali e una sintassi semplice, sollevano interrogativi sulla veridicità del documento, rendendo difficile pensare che tali errori possano provenire da una figura così alta nella gerarchia ecclesiastica. Inoltre, la mancanza di carta intestata e timbri ufficiali alimenta il sospetto che potrebbe trattarsi di un documento non ufficiale. Nonostante le date precise e la validità della firma, esiste la possibilità che la lettera possa essere stata frutto di copiature e manipolazioni.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”

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Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”

Momenti di paura a Monteverde lunedì 17 febbraio 2025, quando una donna di 73 anni è stata aggredita da un cane al guinzaglio. Il figlio della vittima, Emiliano, ha dichiarato a Fanpage.it: “Il padrone è scappato via senza prestare soccorso”.

La dinamica dell’incidente

La donna, di nome Patrizia, stava passeggiando con un’amica in via Fonteiana, all’altezza del civico 111, vicino all’istituto Federico Caffè, quando il cane si è avvicinato e l’ha azzannata alla mano, provocandole una ferita che ha iniziato a sanguinare copiosamente. “Mi ha chiamato l’amica che si trovava con lei per dirmi che mia madre era stata azzannata mentre passeggiavano insieme,” ha raccontato Emiliano. Il padrone del cane, dopo aver assicurato che avrebbe chiamato aiuto, ha abbandonato la scena.

L’intervento dei passanti

La situazione ha attirato l’attenzione di alcuni passanti, incluso un giovane che ha attraversato la strada per soccorrere Patrizia. “La ferita alla mano continuava a perdere davvero molto sangue,” ha affermato Emiliano. Mentre il giovane prestava aiuto, il padrone del cane è fuggito. “Il ragazzo che ha soccorso mia madre mi ha detto che dovrebbe trattarsi di una persona che vive nella zona,” ha aggiunto.

Condizioni di Patrizia e denuncia

Dopo l’incidente, il giovane ha fornito una prima fasciatura e ha chiamato i soccorsi: Patrizia è stata portata in ospedale per ricevere cure. Emiliano ha confermato che “ora mia madre sta meglio,” specificando che non ha subito danni ai tendini o alle ossa, ma potrebbe necessitare di un intervento chirurgico per ricostruire la pelle. È stata presentata denuncia contro ignoti, inclusa quella per omissione di soccorso.

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