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Sotto l’occhio del radar: l’intrigante indagine su Avon e Alberto

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Sotto l’occhio del radar: l’intrigante indagine su Avon e Alberto

Nuove Sviluppi nel Caso di Emanuela Orlandi

Le audizioni continuano riguardo le persone che conoscevano bene Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Recentemente, è stata ascoltata una compagna di coro, la quale ha ricordato un particolare interessante: “La polizia stava indagando sulla pista dell’Avon, ma mi hanno chiesto anche di Alberto: a lei piaceva”.

Attività della Commissione d’Inchiesta

Non si arrestano le attività della commissione bicamerale d’inchiesta dedicata alle scomparse di Mirella Gregori e Emanuela Orlandi. Nella giornata di ieri, l’attenzione è stata rivolta alle dinamiche relazionali di Emanuela. È stata invitata a condividere le sue memorie Regina Martusciello, che all’epoca seguiva assieme a Emanuela le lezioni di canto corale. “Ci siamo iscritti a corsi distinti e lei era più giovane di me; frequentavamo le stesse lezioni corali”, ha dichiarato l’ex studentessa della scuola di musica Tommaso Ludovico da Victoria. “In quel periodo, gli investigatori ci sottoposero a numerose domande riguardo l’Avon e un ragazzo di nome Alberto, che mostrava interesse per Emanuela”.

I Ricordi di un’Ex Allieva

Durante il suo intervento davanti alla commissione, Martusciello ha estratto dalla memoria un episodio significativo: “Ero a casa di due amiche a Santa Severa quando ci sono venuti a cercare e ci hanno interrogato”. Nonostante sia passato diverso tempo, i dettagli di quelle conversazioni rimangono vividi nella sua mente. “Ero stupita dalla loro insistenza sulla questione dell’Avon e le domande su Alberto”, ha continuato, facendo riferimento all’amico comune. “Sapevano che Emanuela aveva una certa attrazione per lui. Mi chiedevano se lui la attentasse, ma in realtà non era accaduto nulla di serio. Non erano mai usciti insieme e Emanuela non ne era a conoscenza”, ha concluso.

Durante la stessa sessione, anche Claudio Gerino, giornalista di la Repubblica, è stato ascoltato. “Gli investigatori ci informarono che c’era la possibilità di un mandante legato alla malavita, e sembrava che avessero escluso la pista di un rapimento di tipo sessuale o collegato al traffico di droga”, ha dichiarato. Gli è stato chiesto se avesse informazioni riservate non pubblicate, ma ha dovuto ammettere che non aveva nulla di nuovo da rivelare. “Mi pesa aver accettato all’inizio che le autorità avessero sminuito l’importanza del caso, nonostante ci sia consapevolezza che i primi tre giorni sono cruciali in queste situazioni”.

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