Cronaca
Svelato dal guardaroba: il mistero del crimine svelato dai vestiti!
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Rapinatori imprudenti: la polizia incassa un successo
Due malviventi, impegnati in rapine ai danni di farmacie, hanno inavvertitamente agevolato il lavoro delle forze dell’ordine grazie al loro comportamento sconsiderato. Un colpo di scena è avvenuto nel corso delle indagini quando uno dei delinquenti ha pubblicato su un profilo social una foto che lo ritraeva vestito esattamente come nel momento del reato. Questo ha permesso agli investigatori di imboccare una strada decisiva.
Arresto dei sospetti
I due uomini, originari di Roma, hanno rispettivamente 38 e 45 anni e sono stati accusati di aver effettuato la rapina presso una farmacia situata in piazza Certaldo, nel quartiere Magliana, lo scorso dicembre. L’episodio si è caratterizzato per la sua brutalità: uno dei rapinatori è entrato con violenza nel negozio, aggredendo sia la farmacista che i clienti a suon di colpi sferrati con il calcio della pistola. Dopo aver sottratto una quantità esigua di denaro, ha lasciato il luogo dell’azione a bordo di uno scooter condotto dal complice. Per garantirsi la fuga, i due uomini si sono poi separati, proseguendo a piedi in direzioni diverse.
Le fasi delle indagini
Inizialmente, le forze dell’ordine hanno incontrato difficoltà nel procedere all’identificazione del rapinatore poiché indossava un casco integrale che copriva il volto. Le indagini sono quindi cominciate analizzando le riprese delle telecamere dislocate all’interno e all’esterno della farmacia. La testimonianza di alcuni ostaggi è stata cruciale, poiché questi hanno riconosciuto la corporatura del rapinatore confrontandola con le foto segnaletiche a loro disposizione. Tuttavia, la chiave per tollerare l’inceppato progresso delle indagini è giunta da un post su un social network. La foto pubblicata da uno dei delinquenti, che mostrava lo stesso abbigliamento degli istanti della rapina, ha fornito una pista importante. In aggiunta, il frequente utilizzo dei cellulari tra i rapinatori immediatamente dopo il crimine ha permesso alla polizia di rintracciarli.
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Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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