Cronaca
Truffa automobilistica a Roma: «Fermati, la mia auto è danneggiata!»: la vittima paga 200 euro per un inganno astuto.
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Truffa dello Specchietto a Roma: Un Nuovo Caso di Inganno tra gli Automobilisti
È con grande preoccupazione che si registra un nuovo episodio della truffa conosciuta come “truffa dello specchietto” a Roma, che continua a mettere in allerta i conducenti della capitale. L’ultima vittima è stata un cittadino del quartiere Eur, che ha dovuto affrontare un’inaspettata richiesta di denaro da parte di un abile truffatore.
La Strategia del Truffatore
Il metodo utilizzato è sempre il medesimo. In questo caso, il truffatore ha lanciato delle piccole pietre contro l’automobile della vittima, simulando un impatto per attirarne l’attenzione. Dopo aver provocato il rumore, ha chiesto al conducente di fermarsi per analizzare un presunto danno. Nonostante la proposta di risolvere la questione tramite il modulo di constatazione amichevole (Cid), l’automobilista ha ceduto alle pressioni del malvivente, accettando di consegnare 200 euro.
La Narrazione della Vittima
La persona coinvolta, che vive nella zona, ha condiviso la propria esperienza: “Stavo tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro quando, all’improvviso, ho udito un rumore. Il guidatore di un altro veicolo mi ha invitato ad accostare.” Il truffatore, alla guida di un’auto Jaguar scura, ha messo in atto il consueto copione per trarre in inganno. “Un uomo è uscito dalla sua vettura e, con un tono apparentemente rassicurante, mi ha riferito di aver colpito il suo specchietto.”
Nonostante il suo scetticismo iniziale, la vittima ha notato un graffio sulla propria macchina e uno specchietto rotto. Quando ha proposto di contattare le assicurazioni, il truffatore ha continuato a premere per una soluzione immediata. “Alla fine, sotto la sua pressione, sono andato a prelevare 200 euro da un bancomat.” Una volta in possesso del denaro, il truffatore è fuggito in tutta fretta.
La Necessità di Rimanere Prudente
La modalità con cui avviene questo tipo di truffa è ormai ben conosciuta: il malvivente agisce con sagacia, scegliendo attentamente il momento e il luogo in cui colpire, cercando situazioni in cui non sono presenti testimoni. Questo episodio evidenzia l’importanza di mantenere la calma e di esaminare con attenzione la situazione prima di prendere decisioni affrettate. È fondamentale insistere per coinvolgere le autorità competenti o la propria compagnia di assicurazione, soprattutto in caso di incertezze.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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