Cronaca
Un Rivelatore Colpo di Scena: La Chiave del Mistero della Ragazza Scomparsa 41 Anni Fa!
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Continuano le indagini sulla scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi
Le indagini condotte dalla Commissione bicamerale riguardante le misteriose scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi proseguono con nuove audizioni. Questa volta, la Commissione ha convocato due persone che hanno avuto un ruolo significativo nelle vite delle ragazze scomparse: Gabriella Giordani, una delle più intime amiche di Emanuela, e Alessandro De Luca, compagno di scuola di Mirella.
Nuove rivelazioni attorno a Mirella Gregori
Alessandro De Luca è al centro di un aspetto intrigante legato al caso di Mirella. Si parla spesso dell’evento del 7 maggio 1983, giorno in cui Mirella scomparve. In quella data, sembra che De Luca sia stato colui che cercò di contattarla tramite citofono per incontrarsi a Porta Pia. L’audizione imminente dovrebbe fare chiarezza sul ruolo che De Luca ha realmente avuto nel corso di quella giornata e le circostanze che hanno portato alla scomparsa di Mirella.
Dettagli sull’inchiesta
L’udienza dell’avvocato Nicodemo Gentile, rappresentante della famiglia Gregori, si è tenuta ieri presso Palazzo San Macuto e ha avuto una durata di circa tre ore. Gentile ha espresso il desiderio che la sua testimonianza sia completamente riservata, ma alcune fonti rivelano che abbia enfatizzato la necessità di analizzare più in profondità le cerchie sociali di Mirella.
Tra i gruppi di interesse, Gentile ha richiamato l’attenzione su un gruppo di amici provenienti da Centocelle, così come un circolo relazionato a Sonia De Vito, la migliore amica di Mirella. A sostegno delle sue richieste, l’avvocato ha anche presentato un’ampia documentazione alla Commissione.
Speranze di chiarimento
La Commissione di inchiesta continua il suo operato con la speranza di portare finalmente alla luce verità nascoste su due delle sparizioni più enigmatiche e irrisolte della storia italiana. La presa di testimonianze da persone con legami diretti con le ragazze rappresenta un passo cruciale nel tentativo di far emergere nuove informazioni che potrebbero contribuire a risolvere questi casi intricati.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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