Cronaca
Un Tesoro di 15.000 Euro da Scoprire!
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Un’azione audace ha turbato la quiete di Mentana, una cittadina situata nei pressi di Roma. Durante le ore notturne tra domenica e lunedì, un gruppo di ladri ha adottato un furgone rubato come ariete per sfondare la serranda del supermercato Conad, presente in piazza Carlo Alberto dalla Chiesa. Una volta penetrati all’interno, i malfattori, camuffati con cappelli e passamontagna per sfuggire all’identificazione, hanno smurato la cassaforte del commercio, portandola via con un furgoncino. Le prime valutazioni indicano che il valore del bottino ammonti a circa 15 mila euro. Nonostante l’intervento sollecito dei carabinieri del Nucleo Radiomobile di Monterotondo, i ladri sono riusciti a fuggire prima che le autorità potessero intervenire.
Strategia del colpo
Il colpo è stato organizzato con grande attenzione ai dettagli. Gli investigatori sospettano che la banda in questione consista di criminali esperti, a causa del loro modus operandi sofisticato e meticoloso. Un post su un gruppo Facebook locale ha attivato spunti di indagine riguardo il furto di un furgoncino a Monterotondo, suggerendo una potenziale correlazione con l’attacco al supermercato Conad. La rapidità e la determinazione degli autori hanno complicato le indagini, rendendo difficile la raccolta di prove, nonostante i rilievi e i video delle telecamere di sorveglianza. Una significativa difficoltà è rappresentata dal fatto che i volti dei ladri erano completamente coperti, il che limita drasticamente le possibilità di identificarli. La comunità è ora in allerta, mentre gli inquirenti continuano le loro ricerche, sperando di porre fine a questa ondata di crimine che ha colpito la zona.
Un precedente inquietante
La cosiddetta “banda della spaccata” non è nuova a simili effrazioni. A giugno, un episodio analogo si era verificato a Fonte Nuova, dove un altro supermercato Conad era stato preso di mira. I criminali, seguendo una strategia simile, avevano utilizzato un veicolo pesante per distruggere le barriere e la vetrina del negozio, riuscendo a estrarre la cassaforte con un cavo e caricandola su un camioncino. In quel frangente, il bottino era stimato a circa 13 mila euro. La ripetizione di tali modalità operative indica una certa esperienza e pianificazione da parte dei ladri, che sembrano agire con sicurezza e precisione in ogni loro colpo.
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Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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