Nel 2015, I. F., cittadino rumeno, fu arrestato insieme a due connazionali con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile nel centro storico di Viterbo. Recentemente, è stato condannato a quattro anni e mezzo di prigione. L’uomo si è sempre dichiarato innocente, negando il suo coinvolgimento nelle accuse mosse a suo carico.

Dettagli dell’accusa

I. F., 46 anni, avrebbe gestito un giro di prostituzione di giovani ragazze, molte delle quali minorenni, giunte in Italia con la promessa di lavori diversi. Le ragazze venivano costrette a prostituirsi in un appartamento nel cuore di Viterbo. L’uomo stabiliva i prezzi delle prestazioni e le minacciava per accrescere la loro velocità nello sbrigare i servizi richiesti dai clienti, trattenendo il 80% del ricavato giornaliero. Frasi minatorie rivolte alle giovani, come “Se non ti sbrighi salgo su e meno te e lui”, rivelano la durezza del metodo utilizzato per mantenere il controllo su di loro.

Sviluppi giudiziari

Il giudice del caso ha assolto I. F. dall’accusa di associazione a delinquere per assenza di prove, ma ha confermato le imputazioni relative alla prostituzione minorile, influenzate da attenuanti generiche e il vincolo della continuazione. I complici del 46enne sono stati già condannati in via definitiva con rito abbreviato. Durante il processo, I. F. ha sostenuto di non aver guadagnato nulla dalle attività illecite e ha dichiarato di avere avuto una relazione con una delle ragazze minorenni, negando tuttavia di averla sfruttata per la prostituzione. Tuttavia, tali affermazioni non sono state ritenute credibili dal giudice, che ha così emesso la condanna.

I carabinieri di Viterbo avviarono l’indagine nel 2015, culminando con gli arresti nell’ambito dell’operazione denominata ‘Libertà’. La condanna di I. F. rappresenta un ulteriore passo verso la giustizia contro lo sfruttamento sessuale.

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