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Cronaca

Allerta nella comunità: l’emergenza abitativa e l’insediamento di persone senza dimora preoccupa i residenti.

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Allerta nella comunità: l’emergenza abitativa e l’insediamento di persone senza dimora preoccupa i residenti.

# Roma: Senzatetto nel Sottopassaggio della Tiburtina

Una realtà inaspettata

Nelle vicinanze della stazione della metropolitana di via Tiburtina, un passaggio sotterraneo, spesso dimenticato, è divenuto un rifugio per molte persone senza fissa dimora. Qui, individui e famiglie hanno allestito la loro “casa” temporanea, dotandola di letti, mobili e persino cucine a gas. Questa situazione ha suscitatо non poche preoccupazioni tra gli abitanti della zona, che si confrontano quotidianamente con una realtà che tende a essere trascurata dalla maggior parte della società.

Riflessioni sulla dimensione sociale

Uno degli occupanti di questo accampamento ha condiviso che la loro presenza rappresenta una parte di un difficile processo di adattamento a condizioni di vita sfavorevoli, caratterizzate da carenze economiche e da una ridotta disponibilità di alloggi nelle strutture di accoglienza. Tuttavia, l’occupazione di questo spazio solleva interrogativi critici riguardo la sicurezza e l’igiene urbana. I residenti esprimono particolare preoccupazione per i potenziali pericoli legati all’utilizzo di fornelli a gas in un ambiente che, per sua natura, non è attrezzato per garantire la sicurezza necessaria.

Reazioni e segnalazioni da parte dei residenti

I cittadini del quartiere non hanno tardato a far sentire la propria voce, manifestando timori riguardo l’impatto di tale situazione sulle loro vite quotidiane. Un residente ha messo in evidenza: “Il comportamento imprudente nell’uso del gas potrebbe facilmente causare incendi, mettendo in pericolo non solo chi vive qui ma anche noi che siamo vicini.” Un’altra voce ha aggiunto: “Abbiamo più volte informato le autorità competenti, sperando in un intervento che possa fornire assistenza ai senzatetto e contribuire alla nostra sicurezza.”

La complessità della situazione

La questione è senza dubbio intricata, poiché si deve trovare un equilibrio tra il bisogno di offrire supporto a coloro che sono in difficoltà e la necessità di garantire la sicurezza pubblica. Roma affronta già una serie di sfide sociali e urbanistiche, e si auspica che si possa arrivare a una soluzione che tenga conto della dignità di coloro che vivono in situazioni vulnerabili, preservando nel contempo la sicurezza e la qualità della vita per tutta la comunità.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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