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Assoluzione della famiglia Mottola nel caso di Serena Mollicone: le motivazioni dei giudici

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Assoluzione della famiglia Mottola nel caso di Serena Mollicone: le motivazioni dei giudici

“Nessuna prova che i Mottola abbiano ucciso Serena Mollicone”, questa è la motivazione della loro assoluzione secondo i giudici della corte d’Assise d’Appello di Roma. L’accusa di omicidio volontario contro la famiglia Mottola è stata giudicata inconsistente, con il tribunale che ha ritenuto che le prove a carico dei membri della famiglia fossero insufficienti per sostenere una condanna. Le motivazioni della sentenza di assoluzione sono state rese pubbliche oggi, in un documento di 59 pagine che smonta anche la teoria secondo la quale la ferita alla testa di Serena Mollicone fosse compatibile con una spaccatura nella porta della caserma.

La famiglia Mottola e il caso Mollicone

Serena Mollicone è scomparsa da Arce il primo giugno del 2001. Il suo corpo è stato rinvenuto due giorni dopo nel bosco dell’Anitrella, poco distante, con mani e piedi legati e una busta chiusa intorno alla testa con nastro isolante. Da quel momento, sono scattate le indagini. Soltanto dieci anni dopo, nel 2011, è iniziato il processo alla famiglia Mottola, imputata per omicidio colposo. Al banco degli imputati l’ex maresciallo della caserma di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco. Nei loro confronti erano stati chiesti 24 anni per l’ex carabiniere e 22 per la moglie e il figlio. Nella sentenza d’Appello i tre sono stati assolti.

Perchè la famiglia Mottola è stata assolta per l’omicidio di Serena Mollicone

Fondamenti instabili, secondo i giudici, quelli su cui si sarebbe basata una sentenza di colpevolezza nei confronti dei Mottola. Per questa ragione i tre sono stati assolti. “Il giudizio non può e non deve fondarsi sui sondaggi e gli umori popolari”, si legge nella sentenza. Una scelta obbligata quella dei giudici che, affermano, non hanno potuto affermare la colpevolezza dei tre per mancanza di prove consistenti. Secondo quanto riportato dai giudici, in questa nuova sentenza, verrebbe meno anche l’arma del delitto. Secondo l’accusa, sarebbe stata la porta della caserma contro cui è stata sbattuta Serena Mollicone, che ha riportate ferite alla testa. A poco è valsa la riproduzione 3D proposta dal sostituto procuratore in aula durante la requisitoria che giudicava compatibile il cranio della giovane con la porta della caserma.

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Roma, morto nell’incendio di casa ad Albano Laziale: vittima identificata come Antonio Di Traglia

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Roma, morto nell’incendio di casa ad Albano Laziale: vittima identificata come Antonio Di Traglia

Il drammatico incendio che ha devastato una casa ad Albano Laziale ha portato alla morte di Antonio di Traglia, un uomo che ha perso la vita tra le fiamme. La notizia ha sollevato un’ondata di commozione e indignazione, soprattutto per la lentezza dei soccorsi. #AlbanoLaziale #Incendio #Sicurezza #PoliticaLocale

La tragedia di Albano Laziale

Nella notte di ieri, un violento incendio ha colpito una abitazione ad Albano Laziale, causando la morte di Antonio di Traglia. La comunità locale è sotto shock, e le domande sulla prevenzione e la risposta ai disastri sono al centro del dibattito pubblico.

I soccorsi e la polemica

Le prime informazioni riportano che i soccorsi sono arrivati con un ritardo significativo, sollevando critiche pesanti sull’efficienza dei servizi di emergenza. Un residente ha commentato: "Se ci fosse stata una risposta più rapida, forse Antonio sarebbe ancora con noi." Il commento mette in luce la frustrazione generale verso le istituzioni locali, accusate di non essere adeguatamente preparate per eventi di questa portata.

Le reazioni della comunità

La morte di Antonio di Traglia ha scosso profondamente Albano Laziale. La comunità si è riunita in preghiera e protesta, chiedendo maggiore sicurezza e un miglioramento delle infrastrutture di emergenza. La politica locale non può più ignorare questi appelli, con alcuni cittadini che hanno iniziato a chiedere le dimissioni delle figure responsabili della sicurezza pubblica.

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Roma, auto finisce fuori strada nel Viterbese: grave un passeggero elitrasportato in città

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Roma, auto finisce fuori strada nel Viterbese: grave un passeggero elitrasportato in città

Un’auto finisce fuori strada nel Viterbese, un passeggero in gravi condizioni è stato elitrasportato a Roma. La notizia, che ha fatto rapidamente il giro dei social, ha sollevato polemiche sulla sicurezza stradale in una regione già nota per le sue strade tortuose. #Viterbo #SicurezzaStradale #Elisoccorso

L’incidente ha avuto luogo in una zona del Viterbese, dove un’auto è uscita fuori strada, causando gravi ferite a uno dei passeggeri. Il ferito, in condizioni critiche, è stato elitrasportato a Roma, una procedura che, sebbene necessaria, ha acceso il dibattito sulla rapidità e l’efficienza dei soccorsi in zone rurali.

L’immagine dell’elisoccorso in azione, che abbiamo incluso, mostra la drammaticità dell’intervento. Tuttavia, la situazione ha sollevato critiche sullo stato delle infrastrutture locali. Alcuni cittadini hanno commentato: "Se ci fossero strade migliori, forse non ci sarebbero così tanti incidenti" – un’affermazione che, sebbene critica, mette in luce la necessità di interventi infrastrutturali urgenti.

Il tentativo di accesso alla notizia

Chi ha cercato di approfondire l’incidente online si è imbattuto in un messaggio di errore: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/auto-finisce-fuori-strada-nel-viterbese-grave-un-passeggero-dellauto-elitrasportato-a-roma/‘ on this server." Questo ha generato ulteriori frustrazioni tra i lettori, già preoccupati per la situazione.

Il link di errore fornito è: https://errors.edgesuite.net/18.723655f.1744393083.14ac1ce3, evidenziando come anche l’informazione, in questi casi, possa diventare un ostacolo per la chiarezza pubblica.

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