Attualità
Badante condannata per aver reso infernale la vita di un anziano

Donna di 55 anni condannata per maltrattamenti
La donna di 55 anni è stata incastrata dalle telecamere installate nell’appartamento dalle figlie dell’uomo, insospettite.
Immagine di repertorio
Cinque anni e quattro mesi di reclusione per la badante
Una donna di cinquantacinque anni è stata condannata per maltrattamenti a cinque anni e quattro mesi di reclusione, al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Di professione badante, è stata riconosciuta colpevole di aver inflitto violenze e umiliazioni all’anziano di cui si sarebbe dovuta prendere cura. Gina, questo il nome della donna di origine rumene, per mesi ha inflitto una quotidianità fatta di percosse e insulti al suo assistito. Le figlie dell’uomo lavorano, hanno una loro famiglia, e non possono prendersi cura direttamente del padre. Così, oltre a passare a trovarlo e a passare più tempo possibile in sua compagnia, decidono di assumere regolarmente una persona che possa prendersi cura delle necessità quotidiane del padre.
Installazione di telecamere rivela violenze
Le figlie dell’uomo, non più autosufficiente per un’invalidità, installano delle telecamere a casa quando capiscono che qualcosa non va. Per alcune settimane non trovano prova di quanto raccontato dai vicini, che gli hanno riferito di sentire il padre urlare e lamentarsi, e poi di sentire rumori violenti e urla provenire dall’appartamento. È l’estate del 2023 e, dopo alcune occasioni in cui le telecamere non mostrano nulla di particolare, alla fine le prove delle violenze vengono immortalate dagli obiettivi nascosti: in particolare si vede la donna afferrare l’anziano per la testa, facendogliela andare a sbattere contro la testata del letto. Arriva così la denuncia e l’allontanamento dall’abitazione. La 55enne al termine delle indagini viene posta agli arresti domiciliari lo scorso febbraio.
Attualità
Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca
A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.
Situazione Igienica Allarmante
Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.
Reazione dei Cittadini
I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.
Intervento delle Autorità
Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.
Attualità
Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione
Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.
L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.
La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.
La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.
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