Cronaca
Chiusura di Capannelle: avvio delle procedure per la restituzione dei locali
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L’ippodromo delle Capannelle, un luogo simbolo per l’ippica romana, è pronto a chiudere un’importante pagina della sua lunga storia. Entro la data del 31 dicembre, Hippogroup dovrà riconsegnare le chiavi della struttura al Comune di Roma. Questa restituzione segna la conclusione di un ciclo di gestione iniziato nel 1956. Con la chiusura delle attività il giorno di Capodanno, si conclude un’era ricca di tradizioni e di celebri personalità legate al mondo delle corse.
Un patrimonio di storie e personaggi famosi
Dal 1956, l’ippodromo delle Capannelle è stato sotto la direzione di Hippogroup, un periodo durante il quale ha ospitato figure illustri come la Regina Elisabetta II e il Principe Filippo di Edimburgo. Nomi famosi nel panorama ippico, come Ribot e Frankie Dettori, hanno calcato le sue piste. Fino al 2014, Capannelle era principalmente il palcoscenico delle corse al galoppo; tuttavia, la chiusura dell’ippodromo di Tor di Valle ha portato anche qui le corse di trotto, presentando nuove sfide e costi di adattamento.
Negli ultimi anni, la crisi economica del settore e i cambiamenti nelle concessioni comunali hanno aggravato la situazione finanziaria di Hippogroup. A fronte di queste difficoltà, la società ha ufficialmente comunicato la decisione di abbandonare la gestione dell’ippodromo, avvisando gli operatori delle scuderie, che gestiscono circa 500 cavalli, della imminente conclusione delle loro attività.
Il futuro dell’ippodromo: gestioni in arrivo
Nonostante la penuria di certezze, il Comune di Roma ha fatto sapere che vi sono piani in atto per il futuro dell’ippodromo. È in fase di preparazione una procedura negoziata che coinvolgerà, tra gli altri, il Ministero dell’Agricoltura e il sottosegretario La Pietra. Il fine di questa iniziativa è quello di organizzare una gestione temporanea per il 2025, attentamente studiata in attesa della scelta di un nuovo gestore definitivo.
Quest’iter di transizione prevede l’invito a diverse società del settore a presentare le loro offerte in un periodo di 15 giorni. L’intento è di garantire la continuità del calendario delle corse mentre si procede con la selezione del gestore finale. Le società partecipanti dovranno fornire chiarimenti e documentazione dettagliata, e le decisioni verranno assunte dopo un’accurata valutazione da parte della Giunta Capitolina.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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