Attualità
Colpita mortalmente da un proiettile vagante mentre si trovava in auto, arrestato l’assassino di Caterina Ciurleo.

Il 28enne, identificato come D.S., è stato arrestato con l’accusa di essere il mandante dell’agguato durante il quale, per errore, ha perso la vita Caterina Ciurleo. La giovane donna è stata colpita da un proiettile vagante mentre si trovava a bordo dell’automobile di un’amica a Roma, in zona Ponte di Nona. Nonostante fosse già stato fermato poco dopo l’incidente, D.S. era stato inizialmente rilasciato, ma nuove prove raccolte dagli inquirenti hanno portato alla sua incarcerazione.
La dinamica dell’incidente
Le indagini hanno permesso di ricostruire gli eventi del tragico giorno in cui è stata uccisa Caterina Ciurleo. Mentre viaggiava con un’amica, la loro auto è stata affiancata da una Fiat 500 rossa, da cui è stato sparato un proiettile calibro 9 che ha colpito fatalmente la vittima. Nonostante i tentativi di soccorso, la donna è deceduta presso il Policlinico di Roma Tor Vergata il giorno seguente. Le indagini, proseguite nei mesi successivi, hanno identificato gli occupanti della Fiat come un ventiquattrenne rumeno e un ventitreenne peruviano, considerati gli esecutori del delitto.
Il contesto criminale
Secondo gli investigatori, il vero obiettivo dell’attacco non era Caterina Ciurleo, ma un’altra persona che viaggiava sulla stessa strada. Gli aggressori avrebbero erroneamente colpito l’auto sbagliata. Le indagini hanno rivelato che D.S., ritenuto il mandante, potrebbe avere legami con ambienti criminali, essendo la sua famiglia legata al clan Casamonica. Il ragazzo, con numerosi precedenti penali per spaccio e reati contro il patrimonio, è stato preso in carico dalla questura di Roma su disposizione della Direzione distrettuale antimafia.
Le autorità continuano a indagare per chiarire ulteriormente le dinamiche del caso e per accertare le responsabilità di tutti i coinvolti, mentre la comunità locale piange la perdita di Caterina Ciurleo, una vittima innocente di un tragico errore. Le indagini riflettono l’impegno per la giustizia in un contesto spesso complicato da fenomeni di criminalità organizzata.
Attualità
Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

Due uomini, un padre di 73 anni e un figlio di 48 anni, sono stati arrestati a Pomezia (Roma) per possesso di oltre 20mila euro in banconote false, unitamente a armi e munizioni detenute illegalmente.
Nella giornata di sabato 22 febbraio, i carabinieri della stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Aliquota operativa, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due durante un’attività info-investigativa. Durante l’operazione, sono stati trovati 20.500 euro in banconote da cento euro, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e diverse munizioni, tra cui 28 a salve, sei cartucce calibro 22 e 60 cartucce calibro 12. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati poiché detenuti illegalmente.
I due arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dovranno ora rispondere alle accuse di detenzione di monete contraffatte e di armi.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
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