Attualità
Confermate le condanne per la morte della sedicenne
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Condannati per l’omicidio di Desirèe Mariottini: "Assoluta indifferenza verso la sua vita"
Condanne confermata per la morte di Desirèe Mariottini, la sedicenne trovata senza vita in un edificio a San Lorenzo dopo aver subito abusi nel 2018.
Confermate in Cassazione le condanne degli imputati per l’omicidio di Desirèe Mariottini, la sedicenne trovata senza vita in un edificio del quartiere di San Lorenza, a Roma, in via dei Lucani il 19 ottobre 2018. La sentenza della Corte d’Assise nel processo di Appello bis, confermata oggi in Cassazione, è stata emessa lo scorso 29 maggio. Proprio nella giornata di oggi, giovedì 17 ottobre 2024, le condanne a Mamadou Gara e ad Alinno Chima sono state confermate: 22 anni al primo e 26 al secondo.
Imputati nel processo anche Brian Minthe e Yousef Salia, condannati già in via definitiva rispettivamente a 18 anni e all’ergastolo. Le accuse nei confronti dei quattro sono, a vario titolo quelle di omicidio, violenza sessuale, spaccio e morte come conseguenza di altro reato.
La sentenza per la morte di Desirèe Mariottini a Roma
“Assoluta indifferenza verso la vita della sedicenne”. Questa è la ragione principale per le condanne. A scriverlo sono gli stessi giudici nelle motivazioni della sentenza, arrivata lo scorso 29 maggio con una riduzione di pena in appello. “Volevo quattro ergastoli, sono quattro mostri”, aveva commentato la mamma di Mariottini nel 2021.
La storia di Desirèe Mariottini, abusata e lasciata morire in un edificio abbandonato
Originaria di Cisterna di Latina, Desirèe Mariottini è morta a Roma, dopo essere stata abbandonata in un edificio abbandonato nel quartiere di San Lorenzo. Secondo quanto ricostruito dai giudici, i quattro le avrebbero dato la droga per poi violentarla. La ragazza aveva bevuto metadone e fumato crack, si trovava all’interno di quell’edificio, utilizzato per lo spaccio. Quando si è trovata in uno stato di incoscienza, hanno abusato di lei. Da parte dei quattro non c’è stato interesse per la sedicenne. L’hanno abbandonata lì e l’hanno lasciata morire.
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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente
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Due uomini, un padre di 73 anni e un figlio di 48 anni, sono stati arrestati a Pomezia (Roma) per possesso di oltre 20mila euro in banconote false, unitamente a armi e munizioni detenute illegalmente.
Nella giornata di sabato 22 febbraio, i carabinieri della stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Aliquota operativa, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due durante un’attività info-investigativa. Durante l’operazione, sono stati trovati 20.500 euro in banconote da cento euro, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e diverse munizioni, tra cui 28 a salve, sei cartucce calibro 22 e 60 cartucce calibro 12. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati poiché detenuti illegalmente.
I due arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dovranno ora rispondere alle accuse di detenzione di monete contraffatte e di armi.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.
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Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
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