Cronaca
Costica Corodeanu: la cattura dopo dodici anni di libertà!

Arrestato dopo anni di latitanza
Costica Corodeanu, un romeno di 61 anni senza fissa dimora, è stato finalmente catturato dopo dodici anni di ricerche, a causa del suo coinvolgimento in un caso di stupro di gruppo avvenuto nel 2012 a Ostia, nella pineta delle Acque Rosse. Condannato a quasi otto anni di reclusione, la sua pena è stata confermata all’inizio di settembre. Gli agenti del Decimo distretto della polizia sono riusciti a rintracciarlo, mentre si trovava nascosto in una baracca ubicata in via Canale della Lingua, e lo hanno trasferito nel carcere di Rebibbia.
Gli eventi del crimine
Corodeanu è rimasto inafferrabile per anni, ma l’intenso lavoro di sorveglianza e le ricerche nelle comunità di senzatetto hanno portato alla sua cattura. L’episodio violento ha avuto luogo tra il 3 e il 4 gennaio 2012, quando lui e due complici si erano rifugiati in una baracca nella pineta. Nella stessa area si trovavano anche una donna polacca di 33 anni e un amico ceco. I tre uomini, dopo aver riconosciuto la donna, hanno iniziato a molestare pesantemente la vittima, culminando in atti di violenza.
L’intervento decisivo delle forze dell’ordine
La situazione ha preso una piega drammatica quando l’amico della donna, nonostante le agonie subite, è riuscito a contattare le forze dell’ordine. Grazie a tre pattuglie del commissariato di Ostia, gli agenti sono intervenuti prontamente, arrestando due dei tre aggressori sul posto. Nonostante uno di loro sia riuscito a fuggire, è stato successivamente denunciato. La testimonianza della vittima si è rivelata fondamentale nel processo che ha portato alla condanna di Corodeanu e dei suoi complici per i reati di violenza sessuale e sequestro di persona.
L’attuazione della pena
Dopo tanti anni di ricerca, Corodeanu è stato finalmente localizzato e arrestato. Il suo trasferimento nel penitenziario di Rebibbia segna la conclusione di un lungo capitolo di dolore per la vittima e una vittoria per la giustizia. La condanna dei responsabili di un atto così atroce rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la violenza di genere.
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Cronaca
Aggressione a Termini: un tifoso del Bodo Glimt accoltellato e rapinato dopo la partita contro la Lazio

Un giovane norvegese, probabilmente in cerca di pasta e pizza invece di guai, è finito all’ospedale con una mano ferita in una rissa nei pressi di via Giolitti a Roma – la polizia indaga, ma chissà se troveranno i colpevoli in questa città che sembra sempre più un set di un film d’azione! #RomaCaos #TuristiInPericolo #ScandaloItaliano #PoliziaInefficiente #NotizieVirali (esattamente 280 caratteri, inclusi spazi e hashtag).
L’incidente e il ferito
Un turista norvegese di circa 25 anni è stato aggredito e ferito a una mano in pieno giorno vicino a via Giolitti, una zona di Roma nota per i suoi locali affollati e, a quanto pare, per i suoi frequentatori un po’ troppo “caldi di testa”. Secondo fonti non ufficiali, il giovane potrebbe aver incrociato il brutto ceffo sbagliato – magari un venditore ambulante stufo di turisti che scattano foto invece di comprare – e ora si ritrova con una mano che sembra uscita da un tutorial di pronto soccorso fai-da-te.Indagini della polizia
La polizia romana è al lavoro, o almeno così dicono, per rintracciare i responsabili di questo episodio. Ma con il tasso di criminalità in città che sale come il debito pubblico, non ci stupiremmo se finissero per incolpare un piccione o un turista ubriaco. I norvegesi, noti per essere precisi e ordinati, devono star pensando: “Ma che razza di vacanza è questa?” – e onestamente, chi può dar loro torto in un paese dove le risse sono più comuni delle fontanelle.
Contesto e polemiche
Roma, la città eterna, sta diventando famosa per i suoi “tour della violenza” più che per i monumenti. Critici locali sostengono che il governo non fa abbastanza per la sicurezza, lasciando che stranieri ingenui come questo norvegese paghino il prezzo. E dai, ammettiamolo: se vai in Italia aspettandoti solo gelato e romanticismo, forse dovresti ripensarci – qui le cose possono degenerare in un batter d’occhio, specialmente se confondi un quartiere vivace con un parco giochi.
Cronaca
Fondazione Puzzilli e Big Soup tentano di ravvivare le scuole noiose con Smile More

Ehi, se pensavate che i ricchi se ne stiano comodi a sorseggiare champagne mentre i ragazzini delle periferie sudano per un pallone, beh, Fondazione Puzzilli e Big Soup stanno rovesciando la frittata con “Futuro Aperto”! Indossate la felpa “Smile More” e fate finta che lo sport salvi il mondo. #SportPerPoveri #InclusioneSenzaFiltri
Il progetto che fa sorridere i disagiati
Fondazione Puzzilli e Big Soup uniscono le forze per “Futuro Aperto”, un’iniziativa che promette di spargere benessere fisico e socialità tramite lo sport, soprattutto per studenti che vengono da famiglie dove l’ISEE è più basso del morale. Da oggi, la felpa in edizione limitata “Smile More” è in vendita online su www.bigsouproma.com. Non è solo un capo d’abbigliamento: è un simbolo di gioia per chi è incastrato in momenti di merda, come dice Daniele Puzzilli, che con Giorgia Alese ha fondato tutto questo. “Indossarla è un invito a spargere sorrisi, perché in fondo, chi se ne frega delle difficoltà se hai un pallone tra i piedi?”La selezione
Le scuole di Roma che vogliono un pezzo della torta devono candidarsi, ma occhio: non è per tutti. I criteri sono spietati e basati su realtà crude come l’ISEE medio-basso, la mancanza di strutture sportive decenti, il numero di studenti che ne trarranno beneficio e se già state giocando alla maestrina con progetti educativi. Per partecipare, mandate una email a futuroaperto@fondazionepuzzilli.org con: 1) Nome e indirizzo della scuola; 2) Descrizione delle vostre miserie (tipo attrezzature inesistenti o palestre fatiscenti); 3) Quanti studenti saranno coinvolti e cosa cambierà; 4) Motivazioni e contesto, senza piagnistei; 5) Progetti sportivi in corso o in partenza. La Fondazione e Big Soup valuteranno e premieranno chi dimostra di non essere solo chiacchiere, trasformando lo sport in un’opportunità per i dimenticati.
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