Attualità
Donna accusata di pedofilia per aver abusato del figlio di nove anni di un amico: a processo.

Una donna di 32 anni è finita a processo con l’accusa di pedofilia per presunti abusi sessuali su un bambino di nove anni, figlio di un suo amico. La donna avrebbe approfittato dell’assenza del padre per compiere gli abusi. Il caso ha suscitato indignazione e preoccupazione circa la protezione dei minori.
Le accuse e il processo
Gli episodi contestati risalirebbero al periodo tra il 2018 e il 2019, avvenuti nella provincia di Latina, come riportato dalla testata Tuscia Web. Durante questi due anni, la donna avrebbe compiuto palpeggiamenti e rapporti sessuali con il bambino in almeno due occasioni, approfittando della momentanea assenza del padre. La situazione emerse quando il bambino, inizialmente riluttante a condividere la sua esperienza, si sentì male a scuola e decise di rivelare tutto alla madre. Quest’ultima ha subito denunciato il fatto alle autorità competenti, che hanno avviato le indagini del caso.
Il contesto e la risposta delle autorità
Il caso ha fatto emergere il problema della fiducia tradita all’interno della cerchia familiare e amicale, sottolineando l’importanza di proteggere i minori anche da persone conosciute. Le forze dell’ordine, ricevute le informazioni dalla madre del bambino, hanno proceduto a raccogliere le prove richieste e a trasferirle alla Procura. Quest’ultima ha proseguito con la richiesta di rinvio a giudizio, che ha portato la donna a essere processata per pedofilia. L’inizio del dibattimento lo scorso anno ha segnato un passo importante verso la ricerca della verità e della giustizia per la giovane vittima.
Attualità
Striscione fascista esposto in Curva Sud durante la partita della Roma provoca sdegno e viene ripreso in tv

Durante la partita Roma-Monza, vinta dalla squadra giallorossa con il punteggio di 4 a 0, la Curva Sud ha esposto un grande striscione dedicato a “Paoletto” con la citazione: “Io ce resto su sta strada finché me reggheno le gambe, è co sto core e co sta faccia che so diventato grande!”. Si tratta di una frase che, sebbene non offensiva né esplicitamente riconducibile al fascismo, ha sollevato polemiche.
Il giornalista Paolo Berizzi del quotidiano La Repubblica ha evidenziato che i versi provengono dal brano “Er camerata”, scritto nel 2007 dal gruppo di estrema destra INSEDIA e pubblicato nell’album ‘Quando c’era lui’. Nonostante il testo dello striscione non contenga riferimenti evidenti al fascismo, il significato della canzone è controverso. Il brano aborda temi legati alla lealtà tra amici e alla vita di strada, esprimendo un forte attaccamento a ideali che possono risultare problematici.
La canzone completa, ricca di frasi come: “Nun s’accannano l’amici per un paro de mignotte” e “ma una cosa ne so certo, una sola l’ho capita, nun s’accanna un Camerata anche a rischio de la vita!”, riflette un contesto che potrebbe suscitare preoccupazioni. La discussione attorno allo striscione evidenzia la complessità dei simboli e dei messaggi all’interno delle culture calcistiche.
Attualità
Assalto al commissariato di Albano, incendiate 16 auto: informazioni disponibili finora

Indagini sono in corso sull’incendio doloso che ha distrutto sedici auto della polizia nel parcheggio del commissariato di Albano Laziale.
Sono 16 le automobili della polizia di Stato distrutte dalle fiamme nell’incendio divampato la scorsa notte all’interno del parcheggio del commissariato di Albano Laziale, comune dei Castelli Romani. Sulla vicenda sono in corso indagini della Digos, ed è ormai certo che il rogo sia di origine dolosa. Alcune telecamere hanno ripreso un uomo incappucciato mentre innescava il rogo.
L’attentato alla stazione di Albano Laziale e le indagini
Nel video pubblicato dal sindacato Coisp, le automobili risultano gravemente danneggiate o distrutte. Le telecamere di sicurezza hanno immortalato un uomo incappucciato mentre entrava nel parcheggio e appiccava l’incendio, probabilmente utilizzando della Diavolina. Le indagini sono attualmente in corso, e secondo Domenico Pianese, segretario del Coisp, “è abbastanza evidente che dietro questo gesto ci siano esponenti dell’area anarco-insurrezionalista, una pista che merita di essere approfondita dalle autorità competenti. Si tratta di un atto gravissimo contro le forze dell’ordine, che mette a rischio non solo gli operatori di Polizia ma anche la sicurezza della collettività”.
L’inquietante precedente: l’incendio alla stazione dei carabinieri
Solo pochi giorni fa, alcune macchine della stazione dei carabinieri di Castel Gandolfo hanno rischiato di essere distrutte dalle fiamme. Pur non essendoci elementi che collegano i due gesti, la vicinanza tra i luoghi e le modalità sembrano simili, suggerendo che non si tratti di episodi isolati. Attorno alle 4 del 9 febbraio, un carabiniere ha notato un incendio nel piazzale dove erano parcheggiate le auto di servizio. Le fiamme avevano avvolto le gomme di due automobili, ma l’intervento immediato ha evitato ulteriori danni. In quel caso, sono stati trovati inneschi e le telecamere hanno ripreso una persona incappucciata mentre scavalcava la recinzione esterna ed entrava nel piazzale.
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