Cronaca
Edoardo Clementi, amici raccontano la tragedia in scooter
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# Tragico incidente stradale a Roma: la vita di Edoardo Clementi spezzata a soli 17 anni
Edoardo Clementi, un ragazzo di solo 17 anni, ha perso la vita in un drammatico incidente stradale avvenuto a Roma. Era a bordo di uno scooter SH 125 nero quando si è schiantato contro un muro. Le autorità stanno indagando per capire le circostanze che lo hanno portato a guidare un veicolo segnalato come rubato. Al momento, non ci sono evidenze che suggeriscano un furto da parte del giovane.
L’incidente e i momenti precedenti
L’incidente si è verificato in via Riva Ostiense. Edoardo, prima di mettersi in viaggio, aveva trascorso la serata insieme ad amici nei pressi del negozio di ottica di famiglia, senza mostrare alcun segno di preoccupazione. Le indagini stanno esaminando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire quanto avvenuto.
Dettagli della dinamica dell’incidente
Al momento dell’incidente, Edoardo non indossava il casco, mentre il passeggero a bordo sì. Nella vicinanza di una pattuglia dei carabinieri, il ragazzo in compagnia di Edoardo è fuggito, mentre il giovane ha cercato di eludere il controllo accelerando. Questo gesto ha avuto conseguenze fatali, poiché ha perso il controllo dello scooter, finendo per schiantarsi. Pur non essendo in corso un vero e proprio inseguimento, i carabinieri lo hanno trovato subito dopo il sinistro. Trasportato d’emergenza all’ospedale San Camillo, Edoardo non è riuscito a sopravvivere.
Inchiesta e ipotesi sullo scooter
Le autorità stanno cercando di chiarire perché Edoardo si trovasse alla guida di uno scooter rubato. Tra le teorie circolanti, vi è la possibilità che stesse provando il veicolo per un eventuale acquisto o che volesse esercitarsi in vista della patente. Tuttavia, la vista della pattuglia potrebbe aver spaventato il passeggero, che, conoscendo la provenienza illegittima dello scooter, ha scelto di scappare. Questo ha lasciato Edoardo in una situazione complessa e di panico, con esiti tragici.
Un dolore incolmabile per la comunità
La prematura scomparsa di Edoardo ha creato un grande dolore tra familiari e amici. I funerali, che avranno luogo a Testaccio, rappresenteranno un momento di raccoglimento per il quartiere, unito nel lutto per questa inaudita perdita. La tragica vicenda di Edoardo fa riflettere sulla sicurezza stradale e sulla responsabilità di tutti nel prevenire simili incidenti.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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