Cronaca
Emergenza medica: grave trauma cranico richiede immediato ricovero!
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Aggressione di un Cane a Una Bambina: Un Episodio Tragico
Un tragico evento ha colpito recentemente un quartiere a sud della capitale italiana. Una bambina di cinque anni, conosciuta con il nome di Ginevra per tutelare la sua privacy, è stata ferita da un cane mentre si divertiva nel giardino della sua abitazione. Grazie alla prontezza d’azione dei familiari, il quadro clinico della piccola non è stato aggravato, sebbene abbia riportato gravi lesioni alla testa. Attualmente, Ginevra sta affrontando un percorso di recupero post-operatorio, con prognosi iniziale di oltre trenta giorni.
I Dettagli dell’Accaduto
La mattina dell’incidente, che si è verificato in un ambiente domestico sereno, ha mostrato un lato inaspettato del cane, un pastore australiano maschio che, fino ad allora, si era sempre comportato in modo docile. La compagna del padre della bambina, presente al momento dell’attacco, ha descritto gli attimi di panico. In un batter d’occhio, il cane ha mostrato segni di aggressività nei confronti di Ginevra, sorprendendo tutti. Fortunatamente, la donna è riuscita a separare il cane dalla bambina, che ha subito diverse ferite ma è fuori pericolo.
La Risposta della Famiglia e delle Autorità
Il padre di Ginevra, comprensibilmente sconvolto, è stato immediatamente richiamato dalle urla della figlia. Al suo arrivo, ha trovato una scena che difficilmente potrà scordare. Nonostante il trauma, la famiglia ha sottolineato che il cane non aveva mostrato segni di aggressività in passato. Dopo un’urgente visita al pronto soccorso, Ginevra è stata ricoverata per le ferite riportate, ma ha potuto tornare a casa, dove sarà supportata nel percorso di recupero sia fisico sia emotivo.
Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine e hanno confermato che il cane era registrato come da normativa. Gli agenti stanno cercando di chiarire le circostanze che hanno portato a questo comportamento improvviso. L’incidente ha suscitato preoccupazioni e ha riaperto il dibattito su come gestire in modo più efficace la sicurezza degli animali domestici, data la ripetizione di episodi simili nella regione.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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