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Cronaca

Emergono nuove verità: arrestato il killer di Marcello De Angelis, 25 anni, in un caso sconvolgente di aggressione fatale.

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Emergono nuove verità: arrestato il killer di Marcello De Angelis, 25 anni, in un caso sconvolgente di aggressione fatale.

# Tragico Accoltellamento nel Quartiere Alessandrino di Roma

Un inquietante episodio ha scosso la tranquillità del quartiere Alessandrino, alla periferia di Roma, dove un giovane di venticinque anni, Marcello De Angelis, ha perso la vita a causa di un accoltellamento. Questo drammatico evento si è verificato nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, in seguito a una lite tra due adolescenti che è degenerata in un violento scontro tra adulti, culminando in una tragedia inaspettata.

Le Circostanze dell’Accaduto

Le indagini della polizia hanno rivelato che il conflitto ha avuto inizio con una discussione tra due ragazzi di quindici anni, uno dei quali era parente della vittima. Dopo aver subito un’aggressione, il giovane è tornato a casa visibilmente scosso e con un livido sul volto. Preoccupati, lo zio e la madre hanno deciso di recarsi sul posto per comprendere l’accaduto. Questo intervento ha fatto scattare una reazione che ha portato a nuovi scontri tra le parti coinvolte.

L’Escalation della Violenza

La situazione si è rapidamente aggravata a causa dell’intervento delle famiglie. Dopo il primo alterco, il ragazzo avversario è tornato a casa e ha riferito quanto accaduto al padre. Quest’ultimo, decidendo di prendere parte alla questione, è tornato sul luogo della lite con il figlio. Qui, hanno iniziato a lanciare insulti verso il nipote di De Angelis, creando un clima di grande tensione. In risposta a questa provocazione, lo zio del quindicenne è uscito di casa. Durante il successivo confronto fisico con il padre del ragazzo, Marcello è stato tristemente accoltellato, perdendo la vita poche ore dopo all’ospedale vicino.

L’aggressore è stato prontamente arrestato dagli agenti di polizia, ma l’eco di questa violenza ha lasciato la comunità locale profondamente scossa, colpita da un evento che ha avuto conseguenze devastanti su più famiglie.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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