Cronaca
Eroe tra le tenebre: il sacrificio di Marcello De Angelis per salvare il nipote da una tragedia amorosa.
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La Drammatica Esperienza di Alessandro
Alessandro, un ragazzo di soli 15 anni, sta affrontando un capitolo difficile e straziante della sua giovinezza. Inciso nella sua memoria ci sono i toni minacciosi di un suo coetaneo, il quale, solo due anni più grande, lo ha intimorito con frasi come: «Vi faccio ammazzare tutti». Queste parole rivolte a lui, alla madre e allo zio, sono emerse da una discussione accesa scoppiata in un parco, probabilmente fomentata da gelosia e rivalità. La situazione è evoluta in un episodio violento davanti alla residenza della famiglia di Alessandro, situata in via Vincenzo Tineo, dove il ragazzo e i suoi cari sono stati aggrediti.
L’Incidente Fatale
Durante questo attacco, Marcello De Angelis, un giovane conosciuto nel quartiere come ex calciatore e attualmente ascensorista, è stato colpito gravemente. I momenti successivi sono stati drammatici: tra le sue ultime parole vi era solo un disperato «Mi hanno accoltellato», mentre le chiamate al 112 iniziavano a moltiplicarsi. Purtroppo, i soccorsi sono giunti in ritardo, e, nonostante i tentativi di salvarlo, Marcello è deceduto in ospedale dopo ore di intervento. La famiglia ha appreso la triste notizia solo all’alba.
L’Autore dell’Aggressione
L’uomo alla guida dell’aggressione è un pescivendolo di 45 anni, Manolo Colecchia, arrestato poi con l’accusa di omicidio. Le forze dell’ordine sono attivamente impegnate a identificare eventuali complici che potrebbero essere stati coinvolti. Una giovane amica dei De Angelis ha riferito di avere sentito frasi minacciose provenienti dall’esterno, confermando la natura violenta dell’episodio. Secondo testimoni e familiari, il gruppo di assalitori sembrava essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Colecchia ha cercato di giustificare la sua reazione, affermando che si è trattato di una risposta necessaria a una situazione che percepiva come minacciosa, ma queste giustificazioni hanno suscitato scetticismo tra le autorità.
La Tensione nel Quartiere
Il clima nel quartiere resta teso, mentre la polizia si adopera per chiarire i dettagli di quella tragica notte. L’episodio violento sembra avere radici in una precedente rissa tra adolescenti, un contesto caratterizzato da atteggiamenti prepotenti, in particolare da parte di Flavio, un amico di Alessandro. Le promesse di ritorsioni da parte di Flavio hanno innescato una spirale discendente di violenza che ha condotto all’aggressione fatale, un ciclo oscuro e devastante che molti hanno cercato invano di fermare.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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