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I “Cannibali” delle Smart di Roma condannati a nove anni di carcere per associazione a delinquere legata al furto di auto e vendita di pezzi.

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I “Cannibali” delle Smart di Roma condannati a nove anni di carcere per associazione a delinquere legata al furto di auto e vendita di pezzi.

Alcuni rubavano automobili modello Smart Fortwo – sia appartenenti alla società di car sharing “Car2Go” che a privati cittadini – per poi smontarne i pezzi e rivenderli. Altri acquistavano i componenti delle auto consapevoli dell’illecita provenienza, allo scopo di immetterli nel mercato dei pezzi di ricambio tra Roma e Napoli. Per questo i giudici della nona sezione collegiale del tribunale di Roma hanno condannato per ricettazione quattro persone legate alla banda specializzata in furti di city car, sgominata nel 2017 nell’ambito dell’indagine “Car2Go”. Per loro il pubblico ministero aveva chiesto pene per un totale di 9 anni e 8 mesi di reclusione e il pagamento di 10 mila euro di multa. Per due, inoltre, l’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere e per un membro l’assoluzione per non aver commesso il fatto. I giudici di Piazzale Clodio, dopo una camera di consiglio di oltre un’ora, hanno comminato pene complessive di 9 anni e otto mila euro di multa e assolto O.S. e tutti i quattro imputati dal reato di associazione per delinquere.

La Ricostruzione

L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma tra settembre 2016 e febbraio 2017, aveva portato alla scoperta di una banda specializzata in furti di Smart e altre utilitarie di piccola cilindrata, smembrate e private di alcuni pezzi di ricambio che poi venivano acquistati dagli imputati e in alcuni casi rivenduti tra Roma e Napoli. Tra chi comprava c’erano anche titolari o dipendenti di autofficine. Come M.M., colpevole di aver acquistato «decine di ricambi per autovetture Smart – si legge nel capo di imputazione – che provvedeva a rivendere a ignari clienti della sua autofficina o online». E poi F.C., condannato per aver acquistato uno stereo del valore di 100 euro «nella piena consapevolezza dell’illecita provenienza». Ancora, V.A. che in due diverse occasioni «al fine di procurarsi un profitto» ha acquistato un navigatore e tre attuatori per frizione «appena rubati» e L.D, accusato di aver acquistato quattro pezzi per Smart tra ottobre e novembre 2016.

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