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I sindacati hanno cancellato le fasce di garanzia.

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I sindacati hanno cancellato le fasce di garanzia.

Prove generali di disordini: la giornata di ieri ha rappresentato solo un preludio all’8 novembre, data in cui è previsto uno sciopero nazionale del trasporto pubblico locale che fermerà bus e metro per 24 ore, senza fasce di garanzia. Questa novità, per giornate di sciopero così lunghe, rischia di generare disagi ancora più significativi per chi si sposta nella Capitale.

Ad organizzare la mobilitazione sono le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, che hanno indetto lo sciopero «per sollecitare il rinnovo del contratto di settore scaduto da dieci mesi». Oggi si svolgerà una conferenza stampa in cui saranno chiarite le ragioni e le modalità della mobilitazione dell’8 novembre. Tuttavia, è già certa la compromissione della viabilità per turisti, studenti, pendolari e residenti.

Uno sciopero senza fasce orarie di garanzia del servizio può essere indetto solo una volta nel corso della vertenza nazionale, e ciò «rende ancora più chiara la drammatica emergenza che vive il settore», come riportato nel comunicato della Cgil. Non si tratta semplicemente di richiedere il rinnovo del Ccnl scaduto dal 31/12/2023, ma si intende avviare una riflessione su un sistema di mobilità collettiva che è sempre più a rischio di estinzione, non solo nelle zone a bassa domanda, ma anche nei centri urbani e nelle grandi città. Tra le rivendicazioni sindacali vi è l’«assenza di risorse adeguate e mancanza di politiche di programmazione», che porterebbero a una «mobilità sempre più incapace di intercettare le necessità della cittadinanza». Il giorno dello sciopero, i manifestanti si riuniranno davanti al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, in via Nomentana.

I PRECEDENTI

Il venerdì 8 novembre potrebbe segnare l’ennesima giornata di paralisi per i romani, già abituati a disagi causati da cantieri, scioperi, proteste e cortei. Il 5 ottobre scorso, lo sciopero dei trasporti era stato accompagnato da una manifestazione non autorizzata dei pro-Palestina, che aveva costretto a deviazioni del traffico in alcune aree della città. Gli autisti e i macchinisti avevano incrociato le braccia dalle 8,30 alle 17 e dalle 20 fino al termine del servizio, mentre circa 7 mila attivisti pro-Palestina avevano invaso le strade attorno a piazzale Ostiense, causando disagi anche in altre zone.

I MALUMORI

Le frequenti mobilitazioni hanno generato un crescente malcontento tra i residenti, soprattutto in aree come Ostiense, dove i fine settimana diventano insostenibili. Gli abitanti si trovano spesso impossibilitati a spostarsi, bloccati in casa o intrappolati nel traffico. La situazione è diventata intollerabile per molti, che chiedono maggiore attenzione alle esigenze di viabilità e pubblica sicurezza in un contesto sempre più difficile.

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