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Il racconto di una madre che ha assistito alla caduta del figlio

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Il racconto di una madre che ha assistito alla caduta del figlio

Incidente in Ascensore a Roma: Testimonianza del Padre del Diciassettenne Coinvolto

Un grave incidente sul lavoro è avvenuto a Roma, in via delle Vergini, vicino alla Fontana di Trevi, dove un ascensore è precipitato nel vuoto coinvolgendo tre operai. Tra di essi vi era un diciassettenne, figlio di uno degli operai presenti sul medesimo cantiere. L’uomo racconta di aver visto l’ascensore cadere sopra i lavoratori, provocando il ferimento di suo figlio e la morte dell’operaio quarantottenne Peter Isiwele. "Ha qualche taglio alla spalla, ma sta bene. È stato un grande spavento", ha dichiarato il padre del ragazzo, che fortunatamente è fuori pericolo.

Morto l’Operaio 48enne Peter Isiwele

Il tragico evento ha portato alla morte di Peter Isiwele, un operaio che ha perso la vita all’età di 48 anni. Gli operai stavano lavorando allo smantellamento dell’ascensore come parte di un progetto di ristrutturazione dell’intero palazzo. Il giovane diciassettenne, che si trova ricoverato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, è stato trasportato in ambulanza dopo l’incidente. Nonostante il grande spavento subito, il padre del ragazzo ha confermato che il figlio è fuori pericolo con solo qualche ferita alla spalla.

Indagini in Corso sull’Incidente

Le cause dell’incidente sono ancora sotto indagine. Pare che si possa trattare di un malfunzionamento del "tirfor", l’argano utilizzato per sollevare i pesi, che avrebbe iniziato a far scorrere la corda senza controllo. Il diciassettenne coinvolto è un operaio specializzato nel settore, con esperienza di oltre un anno come ascensorista, nonostante lavorasse in quel particolare cantiere da soli due mesi. Seguiva le orme del padre, anch’esso impiegato nel campo, ed era consapevole dei rischi connessi al suo lavoro.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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