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Il regolamento aggiornato del Comune di Roma

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Il regolamento aggiornato del Comune di Roma

L’assemblea capitolina ha recentemente approvato un nuovo Regolamento per la realizzazione e gestione di Orti Urbani Comunitari, superando così la delibera del 2015. Questa decisione rappresenta un importante passo avanti per la città di Roma, offrendo la possibilità ai cittadini di coltivare un orto urbano e consumare i prodotti del proprio raccolto.

Un nuovo regolamento per il bene comune

Il nuovo regolamento si basa non solo sulle esperienze pregresse degli orti urbani comunitari ma anche su oltre dodici progetti europei. Attraverso incontri con la rete degli ortisti e studi specifici, il Comune ha potuto sviluppare un approccio consapevole e informato. Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti, ha sottolineato che questa approvazione attribuisce agli orti urbani il valore di beni comuni, promuovendo l’inclusione e le relazioni sociali, nonché la diffusione dei principi di sostenibilità. “Grazie a questo nuovo regolamento si darà impulso, anche attraverso patti di collaborazione, allo sviluppo di una importante realtà di grande valore sociale diffusa in tutti i quadranti della città”.

Procedure per ottenere un lotto urbano

Per chi fosse interessato a gestire un orto urbano, ci sono delle modalità precise per ottenere l’assegnazione di un lotto. Gli interessati possono rivolgersi alle associazioni presenti nel territorio comunale o costituire una forma associativa senza scopo di lucro. La richiesta di adozione di un’area deve essere indirizzata al Dipartimento tutela ambientale e, per conoscenza, al Municipio competente. Sul sito del Comune di Roma è disponibile la documentazione necessaria da allegare alla domanda, offrendo così un metodo semplice e trasparente per partecipare attivamente a questo progetto di sostenibilità urbana.

Alcuni orti urbani di Roma (Immagine di repertorio)

Con queste nuove direttive, Roma non solo promuove un modo di vivere più sostenibile, ma offre anche un’occasione unica ai suoi cittadini di avvicinarsi alla natura e alla coltivazione diretta, rafforzando il senso di comunità e la partecipazione civica.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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