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In media, se ne registrano almeno 5 al giorno.

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In media, se ne registrano almeno 5 al giorno.

Il Ministero dell’Interno ha pubblicato il report sugli sfratti dello scorso anno, 2023: Roma è la città con più sfratti in Italia, seguita da Torino e Napoli.

L’emergenza abitativa a Roma

L’emergenza abitativa a Roma continua: nel 2023 è la città italiana in cui sono stati effettuati più sfratti. Secondo i numeri forniti dal report, a Roma lo scorso anno sono avvenuti almeno cinque sfratti al giorno, per un totale di 2058 in un anno. La seconda è Torino, con i suoi 1752, e in terza posizione Napoli dove si contano 1047 episodi in meno rispetto alla capitale. Le altre città sono tutte sotto i 1000 casi. Un calo rispetto ai dati del 2022 del 21,66% che, però, contribuisce comunque a creare un quadro allarmante della città. Un dato allarmante che si riflette anche sull’intera regione: dopo Piemonte e Lombardia, il Lazio è la terza regione in Italia. Nonostante il calo degli sfratti eseguiti, però, il numero resta altissimo. Facendo una media con i dati, si stimano 171 sgomberi al mese soltanto a Roma.

Sfratti a Roma e nel Lazio: le cause

Nel report, effettuato su scala nazionale, il ministero evidenzia anche le cause che hanno portato all’esecuzione degli sfratti. Per quanto riguarda la capitale, in particolare, lo sgombero dipende dalle necessità del proprietario in 68 casi, 1020 in provincia e per finita locazione in 454 casi, contro i 101 della provincia. I numeri più alti, però, si raggiungono per morosità: 3006 nel capoluogo e 432 in provincia. Questo dato è ancora più allarmante: vuol dire che nel 60% dei casi le famiglie non sono riuscite a garantire il pagamento del canone.

La reazione dei sindacati non ha tardato ad arrivare: “Il Governo non fa niente di significativo in questa direzione – scrivono in una nota dalla Cgil di Roma e del Lazio e il Sunia di Roma e del Lazio – Fa riflettere il fatto che siano aumentati del 20% gli sfratti per finita locazione rispetto all’anno precedente: testimoniano gli effetti della locazione turistica e dell’effetto espulsivo che ha sul tessuto sociale delle città, mentre i canoni aumentano nei casi di lunga durata o affitti a studenti”.

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