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La demolizione è in corso.

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La demolizione è in corso.

La demolizione della storica casa di Alberto Moravia in via Sgambati, di fronte a Villa Borghese, ha suscitato forti proteste da parte di associazioni e comitati locali che chiedono l’interruzione immediata dei lavori. La storicità del luogo è indiscutibile: non solo diverse fonti storiche ne parlano, ma i progetti originali sono conservati all’interno dell’Archivio Storico Capitolino. Anche l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha dato rilevanza al luogo in un suo romanzo giallo.

La storia del villino

Il villino neorinascimentale dove è nato e ha vissuto Alberto Moravia, autore de ‘Gli indifferenti’, è stato progettato dall’architetto Carlo Pincherle, come sua abitazione e studio. Nato nel 1907, Moravia ha trascorso qui la sua infanzia e parte dell’adolescenza, in un edificio che, paradossalmente, non è protetto dalla Soprintendenza. Attualmente, una ditta privata sta procedendo alla demolizione di alcune parti dell’edificio, un tempo anche sede delle stanze dell’Hotel Borghese.

Testimonianze letterarie

A descrivere il villino non è solo Moravia, ma anche Dacia Maraini, che racconta del loro tempo insieme nella sua opera ‘Il bambino Alberto’. Maraini ricorda con affetto la palazzina e il suo giardino. Anche Moravia, nei suoi testi, evoca particolari dell’ambiente famigliare, dalla biblioteca di noce alle piante in cui era immerso l’edificio.

Un pezzo di Roma a rischio

Il villino è menzionato anche da Veltroni nel libro ‘Assassinio a Villa Borghese’, come “casa dell’Infanzia di Alberto Moravia ora Hotel Villa Borghese”. I progetti dell’edificio, opera di Carlo Pincherle, ci riconducono agli esordi del Novecento, a una Roma ancora impregnata delle vestigia di un’epoca culturale e architettonica vivace. Tuttavia, nonostante le proteste e il suo inestimabile valore storico, il villino non è ancora al riparo dal pericolo di demolizione che incombe. La comunità spera che le istituzioni intervengano per preservare questo simbolo della cultura italiana.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”

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Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”

Momenti di paura a Monteverde lunedì 17 febbraio 2025, quando una donna di 73 anni è stata aggredita da un cane al guinzaglio. Il figlio della vittima, Emiliano, ha dichiarato a Fanpage.it: “Il padrone è scappato via senza prestare soccorso”.

La dinamica dell’incidente

La donna, di nome Patrizia, stava passeggiando con un’amica in via Fonteiana, all’altezza del civico 111, vicino all’istituto Federico Caffè, quando il cane si è avvicinato e l’ha azzannata alla mano, provocandole una ferita che ha iniziato a sanguinare copiosamente. “Mi ha chiamato l’amica che si trovava con lei per dirmi che mia madre era stata azzannata mentre passeggiavano insieme,” ha raccontato Emiliano. Il padrone del cane, dopo aver assicurato che avrebbe chiamato aiuto, ha abbandonato la scena.

L’intervento dei passanti

La situazione ha attirato l’attenzione di alcuni passanti, incluso un giovane che ha attraversato la strada per soccorrere Patrizia. “La ferita alla mano continuava a perdere davvero molto sangue,” ha affermato Emiliano. Mentre il giovane prestava aiuto, il padrone del cane è fuggito. “Il ragazzo che ha soccorso mia madre mi ha detto che dovrebbe trattarsi di una persona che vive nella zona,” ha aggiunto.

Condizioni di Patrizia e denuncia

Dopo l’incidente, il giovane ha fornito una prima fasciatura e ha chiamato i soccorsi: Patrizia è stata portata in ospedale per ricevere cure. Emiliano ha confermato che “ora mia madre sta meglio,” specificando che non ha subito danni ai tendini o alle ossa, ma potrebbe necessitare di un intervento chirurgico per ricostruire la pelle. È stata presentata denuncia contro ignoti, inclusa quella per omissione di soccorso.

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