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Cronaca

La pausa sorprendente: una settimana di chiusura per la scuola materna Benucci!

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La pausa sorprendente: una settimana di chiusura per la scuola materna Benucci!

# Inizio Settimanale Complicato per la Scuola Materna “Benucci”

Un inizio di settimana particolarmente difficile per i piccoli della scuola materna “Benucci”, ubicata in via Ignazio Ribotti nel quartiere Portuense. A causa della scoperta di una colonia di roditori all’interno dell’istituto, i bambini dovranno rimanere a casa per tutta la settimana. Per garantire un ambiente salubre, si rende necessaria la chiusura temporanea per effettuare interventi di derattizzazione e sanificazione che sono previsti tra giovedì e venerdì. La problematica si presenta seria, poiché sono stati rinvenuti molti escrementi di topo nei luoghi frequentati dai bambini. Ma quali sono le cause che hanno portato a questa situazione?

Origini del Problema e Reazioni da Parte della Politica

Fabrizio Santori, capogruppo della Lega Roma Capitale, insieme al consigliere municipale XI Enrico Nacca, ha sottolineato che la presenza della scuola vicina a un parco potrebbe essere una delle ragioni scatenanti. “Non possiamo più tollerare questa situazione, ci aspettiamo un intervento celere e risolutivo,” hanno affermato in una nota stampa. È curioso notare che già a metà settembre, prima dell’inizio ufficiale dell’anno scolastico, era stato avvistato un serpente sotto un termosifone in un’aula.

Colpa della Raccolta Inadeguata dei Rifiuti

Claudia Bruschi, assessora alla scuola del municipio XI, ha fatto emergere la sua opinione sulla questione, sostenendo che l’intensa invasione di topi è il risultato della mancata raccolta dei rifiuti organici da parte della società incaricata dall’Ama. Questa, infatti, ha giustificato di avere avuto difficoltà ad accedere alla scuola, poiché aveva smarrito le chiavi del cancello. “Dopo aver ricevuto segnalazioni riguardo alla raccolta dei rifiuti, ci siamo immediatamente attivati,” ha spiegato l’assessora. Allo stesso tempo, la successiva scoperta della colonia di topi suggerisce chiaramente un collegamento tra il non raccolto dei rifiuti e l’infestazione in corso. “La nostra priorità ora è riaprire la scuola quanto prima,” ha ribadito Bruschi.

La situazione attuale evidenzia le problematiche legate alla gestione dei rifiuti e l’importanza di interventi tempestivi per garantire un ambiente sicuro e salubre per gli studenti.

Cronaca

Corrado Veneziano e le facce di Cristo al Mausoleo di Santa Costanza

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Corrado Veneziano e le facce di Cristo al Mausoleo di Santa Costanza

Cristo finisce in mezzo ai casini globali: un artista italiano immagina il Salvatore tra le rovine di Gaza, l’inferno ucraino e i barconi del Mediterraneo, mescolando fede e geopolitica in una mostra che fa a pugni con il politically correct. #ArteControversa #CristoNeiGuai #PaceOFake

La Filosofia Dietro la Mostra

L’artista Corrado Veneziano non le manda a dire: in “Yeshu’a – Il volto, i volti di Cristo”, esposta al Mausoleo di Santa Costanza fino al 24 aprile, reimmagina Cristo non come un santino polveroso, ma come un testimone scomodo dei disastri moderni. Parliamo di grida inascoltate in zone di guerra, silenzi colpevoli dei potenti e viaggi disperati che finiscono in tragedia. È come se dicesse: “Ehi, mondo, Cristo è qui, nei posti dove nessuno vuole guardare”.

Le Opere e i Luoghi Caldi

Nel cuore della mostra, venti opere uniscono icone cristiane con mappe del mondo reale, numeri, coordinate e simboli culturali, creando un mix che fa riflettere – o ridere, a seconda di quanto sei cinico. I pezzi forti? Tre tele inedite che piazzano il volto di Cristo dritto nei casini: uno nella Striscia di Gaza e Medio Oriente, un altro nell’Europa orientale tra Ucraina, Bielorussia e Romania, e un terzo nel Mediterraneo, con un occhio a Lampedusa. Veneziano spiega: “Questi volti si sovrappongono alle mappe, incrociando linee che decidono destini umani, come grida che ti fissano e ti chiedono: ‘E tu che fai?'”. È un richiamo alla pace, ma con un tocco di sarcasmo verso chi predica senza agire.

Simboli e Messaggi Scomodi

Oltre ai volti, l’artista infila simboli classici come l’ulivo, la colomba e una croce fluttuante, ma li usa per puntare il dito su ipocrisie globali. Niente di troppo soft: è arte che evoca risposte, o almeno ci prova, in un mondo dove la pace sembra solo un hashtag. Qui, ogni opera è un pugno allo stomaco, ricordandoti che l’arte non è solo per salotti borghesi.

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Sta per saltar fuori: Massimo Barberio è parzialmente handicappato.

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Sta per saltar fuori: Massimo Barberio è parzialmente handicappato.

Uccide la madre a coltellate, la nasconde in un armadio sigillato col cemento, e ora rischia di tornarsene a casa libero perché “pazzo”? Un vero schiaffo alla giustizia! #Matricidio #GiustiziaFallita #PsicopaticiInLibertà

Il Delitto e la Possibile Libertà

Massimo Barberio, 61 anni, ha confessato di aver accoltellato a morte la madre nel 2023, per poi infilarne il corpo in un sacco e murarlo in un armadio. L’uomo è attualmente in carcere, ma il procuratore Antonio Verdi ha chiesto solo 10 anni di reclusione dopo che un consulente ha rilevato un parziale vizio di mente. Tuttavia, il perito del Tribunale ha sentenziato che Barberio era totalmente incapace di intendere e volere, descrivendolo come non pericoloso per gli altri – solo per se stesso, con una “severa possibilità autolesionistica”. Se i giudici gli danno retta, questo tizio potrebbe schivare la prigione e tornare libero, magari a farsi un caffè.

La Difesa dell’Imputato

L’avvocato Giancarlo Rizzo dipinge Barberio come un povero diavolo in preda a un delirio, un “suicidio metaforico” dove l’uccisione della madre sarebbe solo un modo distorto per ferire se stesso. “Freud parlava del matricidio come del crimine primordiale,” ha commentato il legale, sostenendo che non c’è rischio per la società. Insomma, secondo lui, Barberio è più un caso da divano che da galera – una difesa che fa storcere il naso, ma chissà, magari funziona.

Il Racconto dell’Omicidio

I fatti risalgono al 19 settembre 2023 in un appartamento di Primavalle. Barberio ha ricostruito la scena: era l’alba, la madre preparava il caffè, e lui, in un raptus, l’ha accoltellata da dietro. “L’ho colpita tre volte, le ho chiuso gli occhi,” ha detto. Il movente? Soldi: dicevano che i debiti da 2.000 euro su una pensione da 700 erano insostenibili, e lui non voleva che lei lo sapesse. Poi, per coprire l’odore, ha sigillato il corpo con plastica e cemento. Undici giorni dopo, ha chiamato i carabinieri e li ha aspettati con le valigie pronte, ammettendo: “So di meritare la punizione”. Ora tocca ai giudici decidere se sia davvero così innocuo.

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