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Cronaca

La Procura accusa: frattura al bacino di un agente, chi è il responsabile?

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La Procura accusa: frattura al bacino di un agente, chi è il responsabile?

Modifica della misura cautelare per Tiziano Lovisolo

I giudici della capitale hanno deciso di cambiare la misura cautelare per Tiziano Lovisolo, un giovane di 24 anni proveniente dalle Marche, fermato durante un incontro a Roma in favore della causa palestinese. Durante l’udienza di oggi, il giudice ha confermato l’arresto del giovane, che si trova a dover affrontare accuse severe di lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale. La procura aveva richiesto la detenzione in carcere.

Dettagli sull’arresto

Tiziano Lovisolo, assieme a un’amica, ha partecipato alla manifestazione mentre era iscritti a un corso di laurea in scienze politiche a Perugia. In seguito ai disordini nei pressi della Piramide Cestia, è intervenuta la polizia che ha proceduto al suo fermo. Le accuse mosse contro di lui comprendono lesioni gravi, poiché sarebbe responsabile della frattura del bacino di un agente a causa di calci e pugni scagliati nel caos del momento. Durante la sua deposizione, il giovane ha respinto fermamente le accuse.

«Appena ho percepito che la situazione stava degenerando – ha dichiarato Lovisolo – ho tentato di allontanarmi dalla manifestazione, ma non ho potuto farlo poiché tutte le vie d’uscita erano bloccate. Sono stato colpito dalle forze dell’ordine senza avere aggredito nessuno».

Risposta della comunità e manifestazioni di sostegno

All’uscita del tribunale, Lovisolo ha ricevuto il supporto di un gruppo di circa cento persone che hanno testimoniato la loro solidarietà. Durante il presidio, i partecipanti hanno lanciato slogan come “La nostra passione per la libertà è più forte di ogni autorità”. Nel contesto delle prove a carico, evidenziate anche da video registrazioni, il giudice ha infine optato per la misura degli arresti domiciliari. La prossima udienza è stata fissata per il 14 novembre.

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.

LA BANDA

Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.

IL DNA

Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.

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Monica Guerritore avvia le riprese del film su Anna Magnani il 23 aprile

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Monica Guerritore avvia le riprese del film su Anna Magnani il 23 aprile

Una voce umana è il titolo della pellicola che vedrà Guerritore interpretare una delle più grandi icone femminili del cinema italiano e mondiale. Il film si propone di esplorare la vita e l’eredità di questa figura attraverso una narrazione intensa e coinvolgente.

Un’interpretazione straordinaria

La scelta di Guerritore per il ruolo principale è stata accolta con entusiasmo, poiché l’attrice è nota per le sue capacità artistiche e la profondità delle sue interpretazioni. Gli amanti del cinema aspettano con impazienza di vedere come riuscirà a portare sul grande schermo l’essenza di una personalità così complessa e affascinante.

Riscoprire un’icona

La pellicola offrirà non solo un tributo alla carriera della protagonista, ma anche una riflessione sui temi universali di amore, perdita e autocontrollo. "Una voce umana" non si limita a raccontare la storia di una donna, ma cerca di catturare le emozioni e le esperienze che hanno segnato la sua vita, rendendo omaggio alla sua grandezza.

In attesa di ulteriori dettagli sulla programmazione e sul rilascio del film, il progetto sta già suscitando un notevole interesse tra il pubblico e gli addetti ai lavori.

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