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La scomparsa di Marcello avvenuta nel suo ristorante

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La scomparsa di Marcello avvenuta nel suo ristorante

Il ricordo degli amici di Marcello De Angelis è ancora vivo tra le strade di Frascati, luogo in cui lavorava. Il 25enne è stato accoltellato a Roma qualche giorno fa, per difendere il nipote. “Marcello è morto da Marcello. Difendendo la sua famiglia, ma l’avrebbe fatto per chiunque”.

Un Amico da Ricordare

Marcello, descritto come un giovane dall’apparenza dura ma con un cuore buono, era benvoluto da chi lo conosceva. Massimo, un amico e collega, lo ricorda con affetto dal bancone della gelateria Bis, dove Marcello aveva lavorato per circa due anni e mezzo prima di cambiare mestiere, passando a fare l’ascensorista. Questo cambiamento rappresentava per lui la possibilità di stabilizzarsi e migliorare il suo futuro. Purtroppo, i suoi sogni si sono infranti tragicamente nella notte tra il 5 e 6 ottobre quando ha perso la vita mentre cercava di proteggere la sua famiglia dall’aggressione di Manolo Colecchia.

“Forse questo senso di protezione era dovuto alla perdita dei genitori. È sceso a mani nude, pronto ad affrontare il pericolo che minacciava la piccola famiglia che aveva. Ce lo vedo, è morto da Marcello” conclude Massimo.

La Sera Fatidica

Muovendosi tra le vie di Frascati, si incontrano i luoghi che Marcello frequentava con gli amici. Daniele Terranella, proprietario di un locale, lo conosceva bene e condivide i ricordi del tempo trascorso insieme. Descrive Marcello come un ragazzo senza vizi, sempre buono con tutti, con la capacità di farsi amare facilmente. La sera dell’omicidio i due erano insieme, e Daniele ricorda con tristezza gli ultimi momenti passati in sua compagnia. Marcello aveva piani per trasferirsi vicino a Frascati e migliorare la sua vita lavorativa, un sogno spezzato in modo cruento.

Daniele si alza dalla sedia e mostra una firma su un manichino: è quella di Marcello De Angelis, un simbolo che resterà per sempre a ricordare un amico perso troppo presto. “Una persona così non la ammazzi. Noi siamo arrabbiati, ci hanno portato via un fratello per una cavolata. Saremo sempre arrabbiati, ma spero che la giustizia faccia il suo corso. C’è bisogno della giusta pena per chi ci ha portato via un fratello”.

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Daniele Penna, scomparso da Pomezia, trovato senza vita nel parcheggio di un centro commerciale

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Daniele Penna, scomparso da Pomezia, trovato senza vita nel parcheggio di un centro commerciale

La scomparsa di Daniele Penna, avvenuta il 12 febbraio scorso da Pomezia, ha avuto un esito tragico. L’uomo è stato ritrovato morto all’interno della sua auto nel parcheggio di un centro commerciale.

Il quarantaquattrenne, scomparso con la sua Fiat Punto grigia targata CG773BZ, è stato rinvenuto senza vita. La trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ ha comunicato la notizia del ritrovamento, offrendo supporto ai famigliari e agli amici delle persone scomparse.

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Condannato a un anno in carcere per rapina dopo aver rubato un pezzo di pancetta, potrebbe ricevere uno sconto

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Condannato a un anno in carcere per rapina dopo aver rubato un pezzo di pancetta, potrebbe ricevere uno sconto

Un uomo di 60 anni, Sabino C., è stato condannato a un anno di reclusione per aver tentato di rubare una confezione di pancetta in un supermercato di Roma. Dopo quasi dieci anni dall’incidente, la Corte di Cassazione ha deciso di riaprire il caso, ordinando un nuovo processo d’appello.

La condanna era scattata dopo che l’uomo aveva minacciato un addetto alla vigilanza che lo aveva fermato, afferrandolo per il collo, senza però tentare di scappare. I giudici della Corte Suprema hanno accolto parzialmente il ricorso del sessantenne, riconoscendo la possibilità di applicare la cosiddetta ‘diminuente’. Questa misura è stata introdotta da una sentenza recente, che ha esaminato la legittimità costituzionale dell’assenza di sconti per reati considerati di lieve entità.

Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Latina Oggi, il tentativo di furto avvenne all’interno di un supermercato, dove Sabino C. fu immediatamente bloccato dall’addetto alla vigilanza e successivamente arrestato dalla polizia. Nonostante i due gradi di condanna, l’uomo ha richiesto di essere riconosciuto la ‘diminuente’ per le circostanze attenuanti legate alla peculiarità dell’azione e alla limitata entità del danno. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato in parte la sentenza d’appello, avviando un nuovo giudizio.

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